Con la crisi internazionale che si è venuta a creare con la Bielorussia “sono state annullate importanti gare d’appalto e sono fermi e rischiano di saltare tanti progetti cofinanziati dall’Unione europea e che vedono coinvolte diverse imprese italiane”. A dirlo, intervistato da Adnkronos/Labitalia, è Angelo Ilardi, presidente della Camera di commercio Italia Bielorussia.
Progetti e gare d’appalto concentrati prevalentemente su due filoni, spiega, “infrastrutture e progetti di ammodernamento industriale, su cui noi avevamo acquisto un buon posizionamento”.
“C’era la commessa Tecnimont di oltre 1,3 miliardi per l’ammodernamento di un impianto di azoto. E ci sono altri appalti importanti e che corrono il rischio di saltare”, aggiunge Ilardi che cita, tra le opere ferme, l’impianto di depurazione della capitale Minsk e la costruzione dell’autostrada M3.
E secondo Ilardi “nel breve periodo” la crisi con la Bielorussia “avrà effetti negativi sul nostro export verso il Paese, che è costituito per il 65% da materiale meccanico, legato alla costruzione di infrastrutture e all’ammodernamento di fabbriche. Tutti interventi finanziati dal Paese con l’indebitamento finanziario internazionale, con progetti cofinanziati dall’Ue, che risentirà appunto dalla situazione internazionale”.
“L’interscambio commerciale tra Italia e Bielorussia si è sempre attestato intorno al miliardo, miliardo e 200 milioni ma la crisi del Covid e la svalutazione del rublo bielorusso hanno influito in questi mesi sui rapporti. Molte imprese italiane che operano nel Paese sono medio-piccole, e hanno risentito del blocco della circolazione per il Covid. E la svalutazione del rublo ha fatto perdere competitività alle nostre aziende”, sottolinea ancora.
Per quanto riguarda gli scambi commerciali con la Bielorussia, “si tratta per l’80% di export nostro verso la Bielorussia”. “Esportiamo appunto per il 65% meccanica, poi il resto è tessile, alimentare e chimico-farmaceutico”, spiega. Un mercato, quello con la Bielorussia, “interessante ma che non è grandissimo, se si considera che ha un pil paragonabile a quello della Puglia, e adesso con questa crisi politica le cose si faranno più difficili”, aggiunge. Anche se, spiega Ilardi, nel breve periodo le cose potrebbero andare diversamente “perché le nostre imprese sono più resilienti e quando la situazione si tranquillizzerà potrebbero approfittare di fette di mercato che senza la crisi non avrebbero potuto agganciare”, conclude.