Egan Bernal è virtualmente il padrone del Giro d’Italia edizione 104. Il colombiano della Ineos vince in solitaria nella tappa numero 16, quella delle Dolomiti: tappa regina a metà, decurtata di 59 km dall’organizzazione per il maltempo. Uno scatto in salita prima di passare il Giau, a 20 km dall’arrivo a Cortina d’Ampezzo, mostra che il vantaggio in classifica del fuoriclasse sudamericano è ampiamente meritato. Solo Damiano Caruso riesce a stare dietro a Bernal, insieme a Romain Bardet.
Bernal si toglie anche il gusto di levarsi di dosso all’ultimo l’ormai celebre mantellina nera della Ineos, particolarmente aerodinamica e usata in incognito anche da qualche altro team, e mostrare l’orgoglio di essere in rosa e con sempre maggior autorevolezza. Caruso chiude alle spalle di Bardet ma è secondo in classifica generale, lista in continuo cambiamento con un solo centro di gravità permanente: il colombiano che vuole fare il giornalista dopo “aver vinto tutto”. E magari qualcuno avrà sperato ancora nel suo tanto spesso evocato mal di schiena: solo pretattica, appare ormai chiaro.