E’ bastato che ‘in una situazione ‘privata’ (rivolgendosi ai suoi deputati in una riunione ‘a porte chiuse’, poi evidentemente registrata da qualche infiltrato), Silvio Berlusconi ripercorresse la vicenda fra Ucraina e Russia, rammentando i non rispettati accordi di Minsk, e gli attacchi nel Donbass – dal 2014 – da parte del governo ucraino, perché il ‘mite’ Zelensky – affiancato dal fedele Podolyak – sfoderasse una rabbia ed un’aggressività che la dice lunga perché questa guerra in realtà non finirà mai: “Qualsiasi crisi apre la strada ai leader veri. Mentre il signor Berlusconi è sotto l’effetto di vodka russa in compagnia degli ultimi ‘cinque amici di Putin’ in Europa, Giorgia Meloni dimostra quali sono i veri principi e la comprensione delle sfide globali. Ognuno sceglie la propria strada“.
Piuttosto che smorzare le polemiche, prendendo la cosa per quel che era, premesso che quanto affermato dal Cavaliere non ha nulla di ‘minaccioso’ rispetto agli aiuti a Kiev, oggi anche Yaroslav Melnyk, l’ambasciatore ucraino a Roma, ha pensato bene di cogliere l’occasione data dalla 13ma edizione del ‘Festival della Diplomazia’, addirittura farne una questione ‘politico-diplomatica’: “Le dichiarazioni che abbiamo sentito nei giorni scorsi non rafforzano i rapporti tra i due Paesi – ha tuonato Melnyk – Speriamo che queste dichiarazioni siano state a titolo personale e che non sia la posizione ufficiale del governo“.
Poi, rammentando quanto affermato in più circostanze dalla Meloni, e riconosciuto il ruolo di ‘atlantista’ esercitato da sempre da parte di Berlusconi (per non parlare di Tajani che, su 30 anni di attività politica, ne ha passati 25 a Bruxelles), l’ambasciatore ha ritrovato il linguaggio diplomatico aggiungendo che “Abbiamo sentito la volontà da parte del governo italiano, di continuare e rafforzare la cooperazione tra i due Paesi, e abbiamo ricevuto rassicurazioni sul sostegno all’Ucraina del governo italiano” dunque, ha poi concluso Melnyk, “l’Ucraina è pronta a collaborare con il governo scelto dagli italiani“.
Max