BERLINO – PROSEGUE LA CACCIA AD AMRI, INCARCERATO IN ITALIA PER AVER DATO FUOCO AL CENTRO D’ACCOGLIENZA DI BELPASSO. FIDUCIOSA LA MERKEL: ‘SUPEREREMO ANCHE QUESTA PROVA’

Appurato che il ricercato l’attentatore tunisino Anis Amri, che ha seminato sangue e morte a Berlino (le sue impronte digitali sarebbero state ritrovate sulla portiera e sul volante del camion usato per l’attacco), ha avuto un passato italiano, ora ‘esce’ anche dell’altro. Le autorità preposte alla sicurezza in Germania avrebbero infatti ricevuto informazioni secondo cui il 24enne già in passato si sarebbe offerto con esponenti degli ambienti islamisti di compiere un attentato suicida. Come spiega il‘Der Spiegel’, l’offerta di Anis Amri sarebbe emersa da precedenti indagini, e questo lascia sinceramente perplessi: perché non era monitorato? Il tunisino era approdato sulle coste del nostro Paese nel 2011 a Lampedusa e da lì, dopo avere detto di essere ancora minore, venne trasferito in un centro di accoglienza di Belpasso, nel catanese, dove il 20 ottobre diede fuoco alla struttura. Per questo motivo Amri venne arrestato dai Carabinieri per minaccia aggravata, lesioni personali e incendio doloso. Dopo la condanna a quattro anni si era trasferito di recente in Germania dove si sarebbe radicalizzato. Disperata, attraverso i giornali la la madre di Amri ha lanciato un appello al figlio perché si consegni alle autorità tedesche: “Se dietro gli attacchi ci fosse mio figlio, lo ripudierei”. Intervistata dal quotidiano tunisino ‘al-Chorouk’, la signora Nour al-Huda ha raccontato: “Ho parlato con lui giorni fa. Mi ha mandato regali e denaro”. Nel frattempo oggi la cancelliera Angela Merkel, tornando a parlare della vicenda, soffermandosi sull’attentatore ha auspicato: “Speriamo di trovarlo presto.  Si tratta di una persona nota da molto tempo alle forze dell’ordine  il perimetro delle ricerche è stato ristretto, stiamo cercando un terrorista estremista, islamista. Supereremo anche questa prova – ha poi aggiunto la Merkel – perché siamo preparati a farlo”. La cancelliera, che si è detta “orgogliosa” della risposta fornita dal popolo tedesco, sottolineando la professionalità delle forze dell’ordine e delle autorità coinvolte nell’indagine e la solidità delle istituzioni democratiche tedesche, grazie alle quali, ha affermato, “riusciremo ad arrivare a un risultato positivo” nelle indagini.