Home SPETTACOLI TV Beppe Bigazzi: addio alla star della Prova del cuoco

Beppe Bigazzi: addio alla star della Prova del cuoco

Un personaggio davvero singolare, colto, affabile ma anche duro, forse cinico, ma comunque vero. E darne oggi notizia della scomparsa, lascia un po’ l’amaro in bocca.
Dopo aver maturato grande esperienza come dirigente presso la Banca d’Italia (nel ’59 si era laureato in Scienze Politiche a Firenze con il massimo dei voti), Bigazzi unì la passione per il giornalismo a quello della cucina, iniziando a collaborare su varie testate, anche nazionali, come esperto eno-gastronomico. Tenace e curioso, Bigazzi ‘studiava’ e andava perfezionandosi in continuazione. Il suo libro, ‘La Natura come Chef’ vinse il premio ‘Verdicchio d’oro’. Poi la televisione. prima (dal 1995, ma proseguirà fino al 2000) ad ‘Unomattina’ con la rubrica ‘La borsa della spesa’ poi, grazie alla sua natura gioviale ma forte si guadagno l’affettò dei telespettatori de ‘La prova del cuoco’. Di lì fu un crescendo di meritata popolarità, che lo portò ad affiancare Antonella Clerici in numerosi e divertenti ‘siparietti’. Tempo una breve pausa per apparire su Alice Tv, eccolo a grande richiesta tornare nuovamente su Raiuno.

‘Tradito dal gatto’, fu sospeso in diretta tv

Tuttavia, proprio a causa della sua proverbiale ‘vena confidenziale’ nel febbraio del 2010 si ficcò da sol in un ginepraio quando, citando un antico proverbio toscano (‘a Berlingaccio chi non ha ciccia ammazza il gatto’ o meglio: ‘il giovedì grasso chi non ha più carne da mangiare si ciba del gatto‘), ammise di essersene cibato e, anzi, spiegò anche come andava cucinato! Ovviamente, oltre gli animalisti, numerosi telespettatori insorsero ed il povero Bigazzi subì la sospensione in diretta televisiva. Più tardi cercò di spiegare raccontando: “Negli anni ’30 e ’40 come tutti gli abitanti del Valdarno a febbraio si mangiava il gatto al posto del coniglio, così come c’era chi mangiava il pollo e chi non avendo niente andava a caccia di funghi e tartufi non ancora cibi di lusso. Del resto liguri e vicentini facevano altrettanto e i proverbi ce lo ricordano. Questo non vuol dire mangiare oggi la carne di gatto, ho solo rievocato usanze”.

Tuttavia nel ricordo, questo episodio non ne mina minimamente il valore professionale e la simpatia umana.

Un uomo colto e preparato

Nel corso della sua lunga vita Bigazzi ha svolto ruoli e funzioni di grande prestigio, che qui ripercorriamo:
1959 Laurea in Scienze politiche all’Università di Firenze; dal 1961 al 1966 impiegato presso la Banca d’Italia; nel 1961 esordisce come redattore del mensile ‘Il Nuovo Osservatore’; nel 1963 viene eletto vicepresidente dell’Idoc (un’associazione culturache si occupava delle grandi religioni monoteiste9, curando diverse collane di libri e riviste della Arnoldo Mondadori Editore; nel 1966 insieme allo storico Renzo De Felice, cura un’edizione critica incentrata sugli scritti ed i discorsi di Giulio Pastore, ‘I Lavoratori dello Stato’; nel 1968 viene nominato vicesegretario generale del Comitato dei ministri per il Mezzogiorno; nel 1970 entra all’Eni dove rimane fino al 1993, per poi andare in pensione. Nel frattempo affina le sua passione per gli alimenti, dedicandosi interamente all’eno-gastronomia, fino al libro e, infine, al debutto televisivo…
Toscano doc, era nato il 20 gennaio 1933 Terranuova Bracciolini (aveva 86 anni), sposato, Bigazzi aveva tre figli.
Max