E’ la Germania il paese ‘capofila’ per la ripresa dell’export italiano con vendite che cresceranno a doppia cifra nel 2021 grazie al traino dei beni di investimento e intermedi. Lo certifica il Rapporto 2021 di Sace che segnala anche gli ottimi risultati negli Stati Uniti, terzo mercato italiano e primo extra UE, con un tasso di crescita dell’11% nel 2021. Si consolida il ruolo di hub logistico internazionale per la Svizzera che contribuirà in particolare la crescita attesa dei beni di consumo, soprattutto del tessile e abbigliamento (+11,1%). Un recupero simile è previsto anche in Giappone (+14,3% nel 2021), mercato sempre più vicino all’Italia sulla scia dell’accordo di partenariato economico con l’Ue in vigore dal 2019.
Nonostante le tensioni politiche degli ultimi anni, Sace segnala come la Russia, solo in parte intaccata dalla pandemia, resta una destinazione significativa per l’export italiano vista la solidità economica, il debito pubblico contenuto e le importanti riserve valutarie. Sarà la meccanica strumentale a trainare le esportazioni italiane verso Mosca (+18,7%). Spicca la crescita del 15,5% attesa per il 2021 del nostro export verso il Canada, trainata soprattutto dalle dinamiche favorevoli di meccanica strumentale (+19,6%) e gli alimentari e bevande (+11%). Altra medaglia d’oro per la Polonia che manterrà alta la domanda di prodotti alimentari e bevande. Chimica e metalli hanno guidato la performance in Cina dello scorso anno, ma nel 2021 supererà i 14 miliardi di euro nel 2021 e l’accelerazione delle vendite verso Pechino sarà trainata in particolare da moda e arredamento.
Anche la Corea del Sud ha saputo contrastare gli effetti della pandemia, diventando il terzo mercato nella regione e i beni di consumo, che valgono oltre il 40% delle nostre esportazioni, guideranno la ripartenza (+16,1%), grazie soprattutto al tessile e abbigliamento che rappresenta un quinto delle nostre vendite nel Paese, riflesso dell’apprezzamento da parte dei consumatori coreani per l’alta moda italiana. In Vietnam si confermano positive le dinamiche attese per l’export dell’Italia (+16% nel 2021) e anche in Taiwan (+7,5% nel 2021). Altro mercato strategico sul podio è quello degli Emirati Arabi Uniti, verso cui l’export crescerà quest’anno del 15% grazie alla meccanica strumentale che beneficerà dei piani di diversificazione del Governo per diventare un hub manifatturiero.
La medaglia d’argento dell’export va ai Paesi che, secondo le previsioni SACE, torneranno sui livelli pre-crisi nel 2021, proseguendo poi a ritmi più contenuti. Come la Francia, secondo mercato di destinazione, spinta anche dalla robusta ripresa della domanda interna nei settori automotive e costruzioni, tra cui il progetto “Grand Paris Express”, il più grande piano infrastrutturale europeo in essere da 35 miliardi. Argento anche per i Paesi Bassi, con un ruolo cruciale della meccanica strumentale e per una delle maggiori economie dell’America Latina, il Brasile, che recupererà nel 2021 grazie alla performance della meccanica strumentale (+10,2%), i mezzi di trasporto (+19,3%, in particolare automotive) e gli apparecchi elettrici.
In Arabia Saudita attesa nel 2021 una crescita del 9,6% con buone prospettive per chimica e metalli, che insieme valgono quasi mezzo miliardo di euro di beni: peraltro i piani di privatizzazione e ammodernamento della sanità nell’ambito dell’iniziativa “E-Health Strategy”, che prevede circa 18 mld di euro di investimenti annuali per strutture e apparecchiature sanitarie, offrono – spiega Sace – opportunità rilevanti per le imprese italiane. E poi ancora per la Malesia i cui prodotti elettronici spingeranno la crescita a due cifre dell’export italiano; il Cile, alle prese con una fase di mutamento politico, dinamismo dell’economia elevato e l’import dall’Italia farà segnare quest’anno +13,2%; il Marocco grazie agli investimenti nel settore energetico e delle rinnovabili. Il Senegal continuerà a esprimere buone potenzialità nell’area Subsahariana soprattutto con meccanica strumentale (+19,2%) e raffinati (+13%) ed i programmi di sviluppo in Ghana – con risvolti positivi anche sulle PMI attive come subfornitrici nelle filiere – faranno da volano per le nostre esportazioni nel 2021 (+15,4%) ed è tra l’altro tra le poche destinazioni ad aver segnato un andamento positivo anche nel 2020.
Nel gruppo ‘di coda’ si piazza il Regno Unito, che per le ricadute della Brexit non recupererà i livelli pre-crisi prima del 2023. Domanda di beni Made in Italy debole per gli impatti sanitari della pandemia e delle sue ricadute economiche in India, anche se con export in crescita dell’11% nell’anno in corso dopo il -23,9% del 2020. Le conseguenze della pandemia sul settore turistico, che rappresentava circa il 20% del Pil nel periodo pre-crisi, hanno impattato la Thailandia e questo si riflette anche sull’export italiano che, nonostante la crescita dell’8,8% prevista per quest’anno, riuscirà a recuperare i livelli pre-crisi non prima del 2022.