Poco prima di cena, con la solita solerzia ormai nota ‘nell’infiocchettare’ le situazioni proprio quando volgono invece al peggio, da Palazzo Chigi era giunta notizia che sì la Bellanova si era detta pronta alla dimissioni ma che Renzi non c’entrava nulla, ed il premier Conte è intervenuto personalmente rimarcando che non c’era alcuna ostilità nei confronti di Italia Viva e della sua proposta di regolarizzazione degli irregolari, invece infrantasi sugli scogli del M5s.
Tuttavia, spiegava la nota, gli animi di erano rasserenati, tutto a posto.
In realtà, come prevedibile, di sereno a parte il cielo di Roma, stasera non c’è stato proprio nulla, anzi. L’ennesimo confronto tra i ministri Bellanova, Catalfo, Lamorgese e Provenzano, si è conclusa esattamente come ieri: con un bel ‘nulla di fatto’.
Ieri l’esponente di Iv si era battuta per ottenere almeno 6 mesi di permesso (rinnovabili per altri 6), per i 600mila irregolari, subito stoppata dalla Catalfo. Oggi si è allora tentato su un tempo minore, 3 mesi ma, anche qui, la ministra del Lavoro ha eretto un muro. Un ostracismo che ha mandato su tutte le furie la Bellanova, che ha affermato: ”Io da bracciante non posso permettere che i lavoratori siano lasciati nelle mani dei caporali”. Ma era tutto prevedibile: ieri ‘voci interne’ al M5s, ed oggi lo stesso Crimi, hanno ribadito l’assoluta contrarietà ala regolarizzazione.
E poco fa, esattamente come ieri: discussione sui permessi di soggiorno, alfine di trovare una mediazione comune ed invece, è nuovamente andato in scena il duello tra la Bellanova (‘appoggiata’ sia da Provenzano che dalla Lamorgese), e Catalfo.
Dunque altro che ‘tutto a posto’. Anche stasera la Bellanova ha ribadito – se necessario – di essere pronta ad abbandonare il suo incarico, a fronte di una “battaglia di civiltà perché altrimenti lo Stato finirebbe per farsi complice di chi sfrutta i lavoratori nella illegalità“.
Domani avrà luogo quindi l’ennesima riunione, ma certo è che la soluzione non è poi così vicina come qualcuno vorrebbe. Italia viva non può certo permettersi un’umiliante ‘bocciatura’ da parte del M5s, avendo soprattutto dalla sua anche il Pd. Conte da fondo a tutta la sua diplomazia, sapendo che incarnare l’ago della bilancia, in questo delicato momento potrebbe costargli caro nei rapporti con il M5s.
Inoltre, sempre domani, in serata è previsto un incontro tra il premier ed i vertici di Iv, con Rosato ed i capigruppo Boschi e Faraone e, volente o no, Conte qualcosa dovrà pur mettere ‘sul piatto’ per placare gli animi…
Max