“Quando si fa parte del governo si hanno onori e responsabilità. Lavoro con grande intensità e con passione, lo faccio se è funzionale a risolvere problemi”.
Stamane, dal suo profilo Facebook, la ministra Bellanova ha tenuto a ribadire il suo impegno rispetto alle responsabilità che si è assunta sin dalle prime ore del suo incarico, ed ora, che tanto lavoro rischia di esser buttato via, lei giustamente non ci sta.
Quale responsabile del comparto Agricoltura, indubbiamente uno dei settori trainanti del Paese, l’esponente di Italia Viva si sta infatti spendendo da mesi a favore della regolarizzazione ‘temporanea’ – parliamo di sei mesi (quelli della ‘raccolta’) – degli stranieri impiegati nei campi.
“Non regolarizzare questi lavoratori – spiega la ministra – significa essere protagonisti principali della diffusione dell’illegalità, della concorrenza sleale e dell’alimentazione del caporalato. Un governo non può non risolvere questa contraddizione. Se non la risolve, è evidente che persone come me non sono utili nella loro funzione“.
Un messaggio forte e preciso, quello lanciato all’esecutivo, che trova la sua ragion d’essere in virtù di un’esperienza diretta col comparto da lei gestito: ”Abbiamo contraddizioni in Italia che per molto tempo non sono state affrontate, ora queste contraddizioni diventano ancor più evidenti in una fase di emergenza sanitaria. Abbiamo chiuso in casa 60 milioni di italiani per limitare la diffusione del virus, dall’altra parte abbiamo forse centinaia di migliaia di persone chiuse nei ghetti in condizioni disumane, che non hanno un permesso di soggiorno e non hanno avuto accesso alla profilassi sanitaria. Queste persone rischiano di essere un problema per se stessi e per i cittadini italiani. I governanti devono farsi carico di questo problema. Nei prossimi giorni avremo un problema nelle nostre campagne per mancanza di manodopera. O diamo a queste persone la possibilità di lavorare in modo legale con un permesso di soggiorno stagionale per 6 mesi”.
Diversamente, ragiona ancora la ministra, “si prospettano due ipotesi: gli imprenditori lasceranno marcire i prodotti o la criminalità continuerà ad utilizzare la vita di queste persone e a ricattare le imprese”.
Dunque, rimarca, “Non regolarizzare queste persone significa essere protagonisti principali della diffusione dell’illegalità, della concorrenza sleale e dell’alimentazione del caporalato. Un governo non può non risolvere questa contraddizione. Se non la risolve, è evidente che persone come me non sono utili nella loro funzione. Mantenere un bacino di lavoro illegale indebolisce anche i cittadini italiani: più si fa ricorso al lavoro illegale e non tutelato, più i caporali possono sfruttare i lavoratori italiani. Noi facciamo una battaglia per la legalità”. Come darle torto? E un avviso che sa di ultimatum, davvero conviene ignorarlo da parte del M5s, che rischia la caduta libera ogni giorno di più?
Max