Notte di proteste e guerriglia urbana a Belgrado, capitale serba, dove un migliaio di manifestanti ha preso d’assalto il Parlamento. Le cause? Il presidente Aleksandar Vučić ha imposto un nuovo lockdown “per tutto il prossimo fine settimana” e vietato assembramenti “con più di cinque persone al chiuso e all’aperto” per contenere una seconda ondata di contagi. Il coprifuoco scatterà probabilmente dalle 18 di venerdì fino alle 5 di lunedì. In Serbia a causa del Covid-19 sono morte 330 persone, mentre i contagi totali sono 16.719, di cui 299 solo nelle ultime 24 ore.
Secondo i media locali alcuni manifestanti hanno provato a forzare le porte del Parlamento, in parte riuscendoci, prima di essere respinti con gas lacrimogeni dalla polizia in tenuta antisommossa. La guerriglia poi si è spostata per le strade, dove i dimostranti hanno incendiato cassonetti e tre volanti delle forze dell’ordine.
La rabbia è stata innescata dal cambiamento di rotta da parte delle autorità nella gestione dell’emergenza coronavirus. Solo due settimane fa, poco prima delle elezioni del 21 giugno, il governo aveva rimosso tutte le misure restrittive, sminuendo l’emergenza. Secondo gli esperti una mossa per imbonirsi la popolazione. Le elezioni sono state boicottate da parte dell’opposizione come forma di protesta contro le politiche autoritarie del presidente.
Il leader di estrema destra, Bosko Obradovic, ha raccolto l’ira dei manifestanti per mandare a casa il presidente. “Tutta la Serbia deve confluire a Belgrado – ha scritto su Twitter – Solo una grande massa di popolo può favorire il cambiamento”.
Dopo alcune ore la polizia ha ripreso il controllo della città. Il bollettino recita 23 arresti e 43 agenti rimasti feriti negli scontri.
Mario Bonito