Stamane presso il Parlamento Europeo ha avuto luogo la riunione della commissione Econ alla quale, in video conferenza, ha preso parte anche la presidente della Bce, Christine Lagarde la quale, ha esordito affermando che “Le misure di politica monetaria adottate dalla Bce a marzo sono state fondamentali per rimuovere i ‘rischi di coda’ della pandemia di Covid-19, e per evitare che il conseguente calo nell’attività economica si trasformi in una crisi finanziaria. Da marzo, questo rischio è diminuito in maniera consistente”.
Dunque ha poi aggiunto la presidente della Bce, “Superare la crisi prodotta dalla pandemia di Covid-19 e gestire la ripresa richiederà azioni straordinarie sia a livello nazionale che a livello Ue. Si tratta – ha quindi rimarcato – di una crisi senza precedenti, che non è stata provocata da nessuno e che colpisce tutti gli Stati membri”. In particolare, ha quindi aggiunto, le misure adottate dalla Bce “sono temporanee, mirate e proporzionate. La loro natura temporanea si riflette, per esempio, nell’orizzonte temporale della Pepp, che si prevede duri fino alla fine di giugno 2021 e, in ogni caso, finché il consiglio direttivo non ritenga che la fase di crisi sia finita”. Quindi, ha spiegato la Lagarde, “la decisione di espandere il Pandemic Emergency Purchase Program (Peep,ndr), si dimostrerà essenziale nell’aver evitato una recessione ancora più profonda e nell’accelerare il nostro cammino verso la normalizzazione nell’area euro”.
Ora però, come p vivo che sia, secondo la presidente Bce, “è importante che il pacchetto costituito dall’Mff 2021-27, il Quadro Finanziario Pluriennale dell’Ue, e da Next Generation Eu (già Recovery Fund,ndr), venga adottato rapidamente“. Anche perché, ha continuato, ”Stabilire una tempistica chiara darà maggiore certezza e fiducia ai cittadini, alle imprese e ai mercati finanziari. Qualsiasi ritardo rischia di generare effetti di contagio negativi e di aumentare i costi, e di conseguenza il fabbisogno finanziario, di questa crisi”.
Inoltre, affinché il mercato unico sia in grado di girare come un “motore di convergenza, le imprese europee dovrebbero competere su condizioni simili. Per nostro comune beneficio, la spesa europea dovrebbe mirare a ristabilire il level playing field e sostenere i più colpiti dalla crisi“. Dunque, “grazie al mercato unico siamo gli uni per gli altri i partner commerciali e i clienti più importanti. Questo era vero prima della crisi e lo sarà ancora, in un contesto globale caratterizzato da una domanda e un commercio deboli”.
Infine, parlando più in generale dell’Europa, la presidente della Banca Europea ha ribadito che “abbiamo un interesse comune a generare le condizioni per una crescita sostenibile a lungo termine e per proteggere il benessere dei cittadini europei. La crisi può essere un’opportunità per modernizzare le nostre economie per renderle adatte al futuro”. Tanto è che, afferma, l’inflazione dell’Eurozona è attesa allo 0,3% nel 2020, prima di salire allo 0,8% nel 2021 e all’1,3% nel 2022”, confermando le stime già comunicate giovedì scorso”. Concludendo, ha quindi aggiunto al Lagarde, “Il Pil dovrebbe calare dell’8,7% nel 2020, per crescere del 5,2% nel 2021 e del 3,3% nel 2022”.
Max