(Adnkronos) – “La prima denuncia l’ho fatta a gennaio 2021. Oggi continuano ad arrivarmi ancora insulti via social e minacce. La situazione è migliorata ma meno di come mi aspettavo, non si è placata. Finirà, credo, nel momento in cui arriveranno i primi provvedimenti veri, perché forse qualcuno non si è ancora reso conto a cosa può andare incontro. Molti forse hanno pensato all’impunità dei social. Ma gli haters devono pagare”. Sono le parole di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova. Ieri, spiega all’Adnkronos Salute, “sono stato in Procura a Genova e sono stato ascoltato dal Pm sulle denunce che ho presentato per le minacce, le ingiurie, gli atti persecutori che ho subito per due anni”.
Alcuni di coloro che li hanno commessi “sono in corso di identificazione. C’è stata tutta un’attività investigativa della Digos e ci sono anche dei nomi e dei cognomi. Pochi si sono anche scusati. Alcuni direttamente, altri tramite avvocati. Lo hanno fatto appena dopo essere stati identificati. Ma a me non interessa perché c’è chi lo fa perché ha paura che la cosa vada avanti. Ed è così: io non mi fermo finché non vedo qualcuno condannato. Andrò fino all’ultimo grado di giudizio, darò in beneficenza quello che ne verrà, non mi interessa. Ma devono pagare. Voglio vedere qualcuno che paghi economicamente ma anche con una pena. Gli hater devono capire che non ci si nasconde dietro una tastiera, o dietro una lettera anonima perché dall’altra parte c’è una persona e una famiglia con tutto quel che comporta”.
“Io – continua Bassetti – ho una moglie, due figli adolescenti. E voglio che si capisca che quando si fanno queste cose si sta commettendo un reato. La minaccia, lo stalking, le ingiurie sono reati gravi. Voglio andare in fondo anche per dare un messaggio ai giovani, perché capiscano che bisogna stare molto attenti a fare queste cose perché si rischia di rovinarsi la vita, di sporcarsi la fedina penale. E un messaggio forte che spero venga mandato, dopo quel che è capitato in questi due anni”.
L’infettivologo si dice “fiducioso. Ho trovato un Pm molto attento, preparato, partecipativo. Mi ha tranquillizzato sul fatto che lavorerà su tutte le denunce presentate e che farà in modo di riunire tutti i fascicoli. Mi auguro di trovare giustizia. La mia vita di tutti i giorni è profondamente cambiata in questo anno, è stata resa più difficile e meno sicura da queste persone, che mi hanno creato anche stati d’ansia. La cosa che mi ha ferito e fatto più male è stato l’attacco alla mia famiglia. Credo che non si possa non perseguirle. Tutto è talmente assurdo e paradossale che delle volte si stenta a credere come un medico possa essere minacciato di morte”.
“Non si capisce neanche perché – incalza Bassetti -. Non ho ovviamente istituito io l’obbligo vaccinale o il Green pass. Ho fatto solo il mio mestiere di medico dicendo alle persone di vaccinarsi per il proprio bene o che l’obbligo eventualmente può aiutare. C’è tanta ignoranza scientifica, ma anche su come funziona la macchina dello Stato. Ma contro le persone ignoranti e violente non ci può che essere una reazione da parte della magistratura. Io sono determinato, andrò avanti. La richiesta risarcitoria sarà imponente dopo la parte penale. Intanto, mi auguro di vedere molto presto almeno qualche rinvio a giudizio, un processo che si apre”.
Oggi per Bassetti nella quotidianità non è ancora cambiato molto: “Sono sotto vigilanza attiva, vengo scortato sul luogo di lavoro, negli eventi pubblici. In qualunque occasione – racconta – io viaggio sul mio mezzo e ho dietro un mezzo della questura che mi segue e fa una vigilanza con bonifica a domicilio. Non avrei mai pensato che accadesse. Da questo punto di vista possiamo dire che siamo veramente i primi. I primi tra gli ultimi. Non avremo primeggiato su molte cose del Covid, ma su questo fatto di avere medici minacciati e messi sotto scorta sì, visto che non sono l’unico ad aver subito attacchi. In stupidità, quindi, siamo riusciti a primeggiare”.