Home ATTUALITÀ Basket, Fontecchio: “Banchero? Senza di lui Nazionale non perde nulla”

    Basket, Fontecchio: “Banchero? Senza di lui Nazionale non perde nulla”

    (Adnkronos) – Senza Paolo Banchero in nazionale di basket “non perdiamo nulla perché chi viene in nazionale deve volerlo fare, dev’essere consapevole di cosa vuol dire indossare la maglia azzurrra, che è una responsabilità prima di tutto ma anche un grosso onore. Ci sono giocatori che darebbero tutto per poterlo fare e di questi giocatori – di quelli che abbiamo già a disposizione, io resto super fiducioso, anche perché negli ultimi due anni abbiamo dimostrato qualcosina”. Così Simone Fontecchio, ala della nazionale italiana di basket, in merito alla ‘telenovela’ legata al nome di Paolo Banchero e alla chance, poi tramontata, che potesse giocare in azzurro i prossimi Mondiali. “L’affaire-Banchero l’ho sempre seguito con distacco e non voglio dire che lo sapevo, che sarebbe finita così, ma me lo immaginavo”, dice. 

    Il primo anno in Nba di Simone Fontecchio è stato anche il primo anno di ricostruzione dei nuovi Utah Jazz (quelli che si sono messi alle spalle gli anni di Donovan Mitchell e Rudy Gobert). Un percorso quasi parallelo, che l’azzurro valuta ai microfoni di Sky Sport: “Abbiamo costruito bene e tanto, soprattutto sui giovani – e le tre scelte al primo giro del Draft ci danno una prospettiva ottima per il futuro”, dice Fontecchio. “Abbiamo un giocatore All-Star, Lauri [Markkanen] che è esploso quest’anno e sul quale riponiamo grandi speranze e anche responsabilità, ma tutto il gruppo è cresciuto molto”. Un processo – quello di crescita – che deve riguardare da vicino anche il n°16 dei Jazz, che dopo un buon primo anno vuole guadagnarsi un posto ancora più importante nelle rotazioni di coach Will Hardy: “Gli aspetti del gioco su cui devo lavorare li ho ben chiari: la capacità di creare dal palleggio – un aspetto del gioco che magari in America mi chiedono un po’ meno, ma che io voglio sviluppare – e la difesa, dove posso migliorare ancora. Ma sono conscio anche di quelli che sono i miei punti forti, come il tiro e l’atletismo: e me li tengo ben stretti”. 

    L’azzurro racconta di aver capito di essere pronto per il salto in Nba “già durante le Olimpiadi” (nell’estate del 2021, a Tokio) ma di aver “realizzato realmente di esserci nella gara contro Houston, quando ho segnato i miei primi punti. Lì ho capito che il sogno – un sogno che non potevo neppure permettermi di sognare, da bambino – era finalmente reale. In quel momento mi sono fermato un attimo e mi sono detto: ‘Goditelo!'”. Poi però lo sguardo deve sempre essere proiettato avanti, sul futuro – e Fontecchio ha le idee chiare: “Come obiettivo mi sono posto quello di avere una carriera lunga in Nba ma se anche dovesse finire per essere breve tornare in Europa non sarebbe assolutamente una bocciatura, come dimostrano i successi, anche recenti, di Nicolò [Melli] e Gigi [Datome], due giocatori che per me, per valore, sono due giocatori Nba”.  

    Prima ancora del suo futuro Nba, però, la guardia nata a Pescara ha davanti un’altra sfida ancora, quella con la maglia azzurra ai Mondiali estivi (dal 25 agosto su Sky). Le aspettative – dopo un quinto posto olimpico e un Europeo che ci ha visto a un soffio dall’approdo in semifinale – sono alte. “Ne siamo consapevoli ma uno dei punti di forza di questo gruppo è l’umiltà e non dobbiamo perderla, pur avendo la giusta ‘fame’ per andare a prenderci quello che possiamo ottenere”, racconta Fontecchio. Che, in attesa della scelta di Gallinari, è l’unico giocatore Nba del gruppo azzurro: “Vero, ma abbiamo tanta esperienza, ora sappiamo come giocare certe gare e abbiamo la possibilità, con i nostri quintetti piccoli, di mettere in difficoltà tanti avversari”, sostiene. “Il podio? Sì, può essere raggiungibile – dice – ma ci vuole fortuna, oltre che bravura: il sorteggio ci ha favoriti, ma poi le partite bisogna giocarle e vincerle. L’anno scorso agli Europei abbiamo fatto una partita incredibile con la Serbia ma farne una sola non è bastato”, ricorda. Perché poi sono arrivati quei maledetti tiri liberi nel finale contro la Francia: “È un episodio: gli errori ci stanno, si fanno, ma proprio dagli errori si impara per andare avanti. È qualcosa che mi ha fatto stare male, sicuramente, ma dovesse ricapitare una situazione del genere andrei sicuramente a riprendermi quel pallone, e anche quelle responsabilità”, afferma sicuro l’azzurro.