Se resta lo farà col sorriso traverso, appeso a un dubbio mai sciolto. Poteva andare via? Se lo chiederà tutto l’anno Lionel Messi, ormai prossimo a rimettersi alla volontà della Liga, che ha dato ragione al Barcellona per quanto riguarda la clausola da 700 milioni presente sul suo contratto, scaduta nonostante l’emergenza Covid.
E allora la Pulce sarà ‘prigioniero’ – in una gabbia dorata si intende – del club che lo ha cresciuto. Che gli ha dato tutto. A cui ha dato tutto. Ci si aspettava un finale migliore. La speranza è che il tempo rimargini le ferite, sarebbe il miglior modo per concludere un’epopea che ha segnato un’intera epoca del mondo del calcio. Quella di Messi al Barcellona è già un pezzo di storia, lo sarà per sempre.
Eppure il numero 10 argentino non ha ancora finito la sua battaglia per liberarsi. Tramite il suo staff ha diramato una lettera in cui ha contestato la decisione della Liga: “Jorge Oracio Messi – si legge, – padre e rappresentante del giocatore Lionel Messi, in risposta alla nota informativa pubblicata il 30 agosto 2020 dalla Liga, manifesta che:
1) Non sappiamo quale contratto abbiano analizzato e quali siano le basi sulle quali concludano che il suddetto avrebbe una “clausola di rescissione” applicabile nel caso in cui il giocatore dovesse decidere di esercitare la clausola unilaterale per liberarsi, con effetto a partire dal termine della stagione 2019/2020
2) Ciò è dovuto a un evidente errore della Liga. Così come indica letteralmente la clausola 8.2.3.6 del contratto firmato dal giocatore col club: “questo indennizzo non si applicherà qualora la risoluzione del contratto per decisione unilaterale del giocatore abbia effetto a partire dal termine della stagione 2019/2020.
E’ ovvio quindi che la clausola di risoluzione da 700 milioni di euro non sia assolutamente applicabile”, conclude il comunicato.