PRIMO PIANO

Bankitalia: “Debito pubblico è la fragilità, sfruttare i tassi bassi”

“La debolezza congiunturale in Italia è proseguita, risentendo anche dell’ulteriore rallentamento nell’area dell’euro. L’effetto dell’accentuarsi dei conflitti commerciali è stato in parte compensato da condizioni finanziarie più favorevoli, rese possibili non solo dall’accomodamento monetario, ma anche dall’ampia riduzione dei premi per il rischio sovrano. Lo scenario macroeconomico e di finanza pubblica incluso nella Nota presuppone che tali condizioni si mantengano; sarebbe a rischio se ciò non avvenisse. La situazione di questi anni è, storicamente, eccezionale. I tassi nominali sono i più bassi che si ricordino. Questa situazione va sfruttata per mettere il rapporto tra debito e prodotto su un sentiero di durevole discesa“.
Luigi Federico Signorini, vice direttore generale della Banca d’Italia, nel coso dell’audizione a Palazzo Madama in relazione al Nadef, traccia un quadro sommario dello scenario economico ( “lo spread sovrano dell’Italia resta il doppio di quello spagnolo, il quadruplo di quello francese. Se vogliamo avvicinarci a questi Paesi, la fiducia non va solo preservata: va rafforzata”, avverte), tuttavia il nostro Paese può dire la sua a patto però che non si ricorra a misure esageratamente drastiche, e si lavori sui tassi favorevolmente bassi. ”Certamente un intervento sui costi dei pagamenti elettronici può essere opportuno – spiega l’esperto – Dove si è deciso di premere per la diffusione di questi strumenti, anche a fini di contrasto dell’evasione fiscale, di solito, viene presa in considerazione qualche forma di incentivazione pubblica, riconoscendo l’interesse pubblico”.

‘Abbattere le imposte non è la soluzione’

Dunque, in funzione di una politica economica atta alla riduzione del debito, si rende “necessaria una riforma fiscale complessiva e organica, fondata su un’attenta analisi. Essa oggi non può consistere nell’abbattere tutte le imposte”.
Così come, tra le misure utili per una riforma fiscale, “sarà opportuno prendere in considerazione in modo complessivo gli strumenti disponibili, incluse le imposte indirette, orientando la scelta verso l’insieme di misure che meglio circoscrive l’impulso restrittivo sull’economia, le distorsioni dell’allocazione delle risorse e gli effetti distributivi indesiderati”.
Quindi, conclude il il vice direttore generale di Bankitalia, rifrendo direttamente sull’Iva, “La scelta di disattivare integralmente le clausole nel 2020 limita l’ammontare di risorse che possono essere dedicate alla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro (0,15 per cento del prodotto nel 2020, 0,3 nel 2021)”.
Max