Loperazione, convenzionalmente denominata Cilea, trae origine da unattività investigativa svolta dal Nucleo Investigativo CC di Roma, su un gruppo di romani dediti a varie attività delinquenziali nel settore dello spaccio di sostanze stupefacenti e dei reati contro il patrimonio e la persona, i quali risultarono in contatto con alcuni personaggi di Reggio Calabria con cui pianificavano furti di ingente valore da attuare nel capoluogo calabrese. Dalle risultanze investigative emergeva che il gruppo di romani era solito spostarsi in Calabria per il tempo strettamente necessario per compiere il colpo preparato dai sodali locali e poi facevano rientro nella capitale con parte del bottino. A seguito di un tentato furto perpetrato presso una gioielleria del capoluogo calabrese, nel luglio 2011, veniva sviluppata unindagine in cooperazione con lArma di Reggio Calabria. I successivi accertamenti hanno consentito di documentare lesistenza di un gruppo criminale ben collaudato, facente capo a BELGIO Luigi Davide e a MUSOLINO Fortunato, (entrambi reggini il secondo dei quali domiciliato in Roma) operativo nel settore dei furti su commissione presso gioiellerie ed abitazioni. Nel corso di tali attività, si è accertato linteressamento del gruppo criminale a colpi da eseguire a Roma, Reggio Calabria e Palermo. A Reggio Calabria tra gli obbiettivi era stato scelto anche il Teatro Cilea(da cui loperazione prende il nome), ove nella notte del 09 novembre 2011 i carabinieri di Reggio Calabria sventarono un furto arrestando in flagranza di reato BELGIO Luigi Davide, TALINUCCI Antonio e FOTI Filippo e denunciando DAGOSTINO Domenico e CURCIO Antonino. Nel corso delle indagini è stata individuata anche una donna georgiana, domiciliata in Reggio Calabria ed impiegata come badante, che fungeva da ricettatrice per conto della banda e successivamente identificata in BIKAZDE MARINE. Le indagini su questultima hanno consentito di rinvenire parte della refurtiva proveniente dai vari colpi messi a segno in abitazioni private. A Roma, invece, veniva individuato DI SANTO Marco, (commerciante di metalli preziosi), che emergeva quale ricettatore di oro e metalli preziosi proventi di furto e presso il quale confluiva la refurtiva. Proprio seguendo questi ultimi due si riuscivano a ricostruire le dinamiche organizzative del gruppo. I reati contestati agli indagati sono quelli di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti contro il patrimonio, tra cui furti in esercizi commerciali, in abitazioni, ricettazione, concorso in tentato furto aggravato in danno del teatro comunale Cilea e della gioielleria Modafferi, concorso in tentato furto aggravato continuato in abitazione,concorso in furto aggravato in abitazione e ricettazione.