Il Banco di Sardegna chiude i primi nove mesi del 2021 con un utile lordo di 10 milioni, in presenza di poste negative non ricorrenti per 51 milioni; escludendo tali poste il risultato lordo si sarebbe attestato a 61 milioni di euro, in crescita del 10,3% rispetto al risultato di un anno prima (55,3 milioni). L’utile netto perviene a 9,3 milioni, dopo aver scontato imposte per 0,7 milioni. Sono alcuni dei principali risultati contabili raggiunti dall’istituto di credito e approvati oggi dal cda presieduto da Antonio Angelo Arru e riferiti al 30 settembre 2021.
Gli indici di solidità patrimoniale del Banco di Sardegna “si confermano tra i migliori del sistema e sono largamente superiori ai requisiti normativi” con Cet 1 Ratio e Tier 1 Ratio Phased-in al 31,7%. La raccolta complessiva da clientela ordinaria perviene a 17,3 miliardi (in crescita del 5,9% su dicembre 2020) ascrivibile quasi interamente all’aumento della raccolta diretta, che a 11,6 miliardi risulta in crescita di 932 milioni (+8,7%). La raccolta indiretta si attesta a 5,7 miliardi (+27,5 milioni, +0,5% su dicembre 2020),
I finanziamenti netti a clientela salgono a 7,2 miliardi, con la componente in bonis in crescita di 104 milioni mentre scende di 90 milioni quella deteriorata (-24,1%); di rilievo le nuove erogazioni di mutui casa da inizio anno per 439 milioni (+25% su base annua). I finanziamenti garantiti dallo Stato per l’emergenza Covid-19 ammontano, a fine settembre 2021, a 569 milioni.
In ulteriore miglioramento la qualità del credito, che registra una riduzione dell’incidenza dei crediti deteriorati lordi sul totale dei finanziamenti, dal 9,8% all’8,8%. Il grado di copertura dei crediti deteriorati sale al 57,7% dal 49,8% di dicembre 2020, di cui la copertura delle sofferenze sale al 63,2% e quella degli Utp al 49%; anche il grado di copertura dei crediti in bonis cresce significativamente attestandosi allo 0,71%, rispetto allo 0,35% di fine 2020. Più che positivo e in progressiva flessione l’andamento del default ratio, che perviene allo 0,8% annualizzato.
Sul fronte del conto economico, il primo margine si attesta a 252 milioni (+0,6% a/a). Particolarmente positiva la dinamica delle commissioni nette, che pervengono nel terzo trimestre a 44,1 milioni, il dato più alto rispetto ai sei trimestri precedenti Il risultato da negoziazione delle attività finanziarie e dei dividendi è positivo per 29,8 milioni, in crescita di 3,8 milioni su settembre 2020. Le rettifiche di valore nette per rischio di credito salgono a 76,9 milioni rispetto ai 32,1 milioni di settembre 2020 per effetto di maggiori rettifiche di natura non ricorrente per circa 46,5 milioni, ascrivibili principalmente all’aggiornamento dei modelli valutativi alle più recenti indicazioni normative e in linea con una attenta e prudente politica di gestione del rischio.
I costi della gestione scendono a 176,6 milioni (-7,6 milioni a/a, -4,1%), con le spese per il personale a 97,7 milioni, in calo di 4,7 milioni (principalmente per effetto della manovra esodi del piano industriale 2019-2021) e le altre spese amministrative a 69,6 milioni (-3,4%). Il cost/income scende al 61,9% in netto miglioramento rispetto al 65,7% di settembre 2020 Il Texas Ratio si porta al 49,9%, in progressiva riduzione rispetto a un anno prima (62,9%), a dicembre 2020 (56,6%) e a giugno 2021 (52,3%).
Commentando i risultati il direttore generale del Banco, Giuseppe Cuccurese osserva come “l’andamento di questi nove mesi del 2021 è nel segno della continuità positiva evidenziando una crescita sostenibile sul fronte dei ricavi ed un contenimento virtuoso dei costi di gestione, scesi anno su anno del 4,1%. Di rilievo il calo del cost/income, sceso a/a dal 65,7% al 61,9%. In particolare evidenza la crescita delle commissioni (+13,9%), che sono salite al 47,8% della loro incidenza sul primo margine, confermando quindi il trend ormai pluriennale di progressivo arricchimento dell’attività caratteristica della banca con la consulenza e l’intermediazione verso nuovi prodotti finanziari”.
“Siamo molto soddisfatti del raggiungimento di un risultato della gestione operativa superiore ai 108 milioni, – aggiunge – in crescita del 12,8% rispetto al settembre 2020, che ci ha consentito di assorbire il maggiore impatto, per 46,5 milioni, delle rettifiche su crediti non ricorrenti ascrivibili all’aggiornamento dei modelli valutativi alle più recenti indicazioni normative”.
“Per contro, – sostiene Cuccurese – i citati maggiori accantonamenti hanno consentito di rafforzare ulteriormente la solidità del bilancio elevando al 57,7% (dal 49,8% di fine 2020) la copertura dei crediti deteriorati, e allo 0,71% (dallo 0,35%) la copertura dei crediti in bonis. In tale ambito, queste evidenze trovano attestazione nel Texas ratio – sceso ad un eccellente 49,9% (56,6% a fine 2020) – e nel Cet 1 ratio, che si conferma al 31,7%. Ciò premesso, cogliamo quindi con soddisfazione tanto l’allineamento dei tassi di copertura alla best practice quanto la realizzazione di un utile lordo di 10 milioni (netto 9,3 milioni)”.