“Una bambina di 9 anni affetta da sindrome genetica è deceduta ad aprile al Bambino Gesù per insufficienza respiratoria e di altri organi in corso di infezione da morbillo (multiorgan failure). La bambina presentava una malattia cronica di base con compromissione neurologica e infezioni respiratorie ricorrenti. Le persone con malattie croniche di base, quali quelle presentate dalla paziente, hanno un rischio più elevato di avere forme gravi di morbillo, infezione la cui mortalità è pari a 0,5-1 caso ogni 1000 malati. La bambina, non vaccinata, era giunta in Ospedale già affetta da morbillo ed era stata ricoverata in Terapia Intensiva per la necessità di assistenza respiratoria. Dal 1 gennaio 2017 a oggi al Bambino Gesù si sono registrati oltre 70 ricoveri per morbillo”. Attraverso questa terribile nota, l’ospedale romano Bambino Gesù ha diffuso la notizia della morte di una bambina a causa del morbillo. La piccola, 9 anni, spiegano i medici dell’ospedale pediatrico, soffriva di una malattia genetica complessa: “Era in cura da noi ha riferito allagenzia di stampa Adnkronos Salute, il primario di Pediatria del Bambino Gesù e presidente della Società italiana di pediatria, Alberto Villani – è arrivata in pronto soccorso con febbre alta e un quadro che ha portato al ricovero in terapia intensiva per 10 giorni. Qui è stata fatta la diagnosi di morbillo. La morte è stata causata da insufficienza multiorgano. Era una bimba in condizioni di grande fragilità, e non era stata vaccinata. Questo perché, con il clima che c’è, diventa complicato per i genitori impauriti dalle fake news vedere la vaccinazione come un’opportunità. Per la bimba la vaccinazione non era sconsigliata, ma anzi doppiamente indicata. Solo che viviamo una situazione inverosimile e paradossale in cui, come è accaduto a Monza al collega Biondi, si può vincere una battaglia contro il tumore ma si perde quella contro una malattia infettiva come il morbillo, che può essere prevenuta dal vaccino – spiega amareggiato Villani – Speriamo che migliori la cultura sanitaria e che situazioni drammatiche come queste non si verifichino più”. Tanto per dare idea della situazione, come evidenzia l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità: dal 1 gennaio 2017 al 18 giugno, sono 3.074 i casi di morbillo segnalati nel nostro Paese, di cui 979 proprio nel Lazio, regione da numeri record in Italia.
M.