(Adnkronos) – Balla che ti passa? No, balla che dimagrisci. E’ la scienza a invitare chi ha problemi con la bilancia a indossare le scarpette e scendere in pista, forte di grandi numeri. Secondo una metanalisi che ha preso in considerazione ben 10 studi, infatti, la danza “è efficace per la perdita di grasso e peso nelle persone in sovrappeso e obese, e produce un significativo miglioramento della composizione corporea e della morfologia – scrivono gli autori illustrando i risultati del loro lavoro sulla rivista ‘Plos One’ – Per la sua alta efficienza e il maggiore senso di divertimento che procura a chi la pratica, dunque, può essere un intervento utile di esercizio” per dimagrire.
A firmare l’analisi è un team di scienziati cinesi della Scuola di educazione fisica della Hunan University of Science and Technology di Xiangtan e del Clinical Research Innovation and transformation Center del Zhangjiagang First People’s Hospital di Suzhou. Missione: rivedere la ricerca disponibile sugli effetti degli interventi basati sul ballo, rispetto ai normali stili di vita, sulla composizione corporea delle persone con un peso elevato. Con l’avanzamento dello sviluppo socioeconomico, riflettono gli esperti, “l’obesità è emersa come un problema importante e urgente nel campo della salute pubblica globale. Diversi studi suggeriscono che è una condizione cronica – correlata a malattie come ad esempio il diabete o malattie cardiovascolari – complessa e multifattoriale, strettamente associata a fattori che comprendono l’ambiente (anche sociale e culturale), la genetica, la fisiologia, il metabolismo e anche aspetti psicologici”.
L’impatto è sulla vita quotidiana. Per prevenire, alleviare e affrontare i rischi posti dall’obesità, l’esercizio fisico e in particolare un allenamento fisico strutturato rimangono una delle principali modalità terapeutiche. Una regolare attività aerobica eseguita ogni settimana può facilitare efficacemente la perdita di peso, migliorando allo stesso tempo la capacità cardiopolmonare e di movimento. “Tuttavia, l’avvio dell’attività fisica non è la sfida principale – fanno notare gli autori – Il punto cruciale sta nel sostenere a lungo termine le abitudini di esercizio. I partecipanti che traggono piacere dall’attività fisica hanno maggiori probabilità di mantenerla, il che indica il ruolo fondamentale del divertimento come fattore chiave nel sostenere l’esercizio fisico”. Da qui, gli autori hanno pensato di mettere sotto la lente la danza.
“Essendo una forma di attività fisica che integra esercizio, intrattenimento e socialità – ragionano gli esperti – la danza possiede vantaggi innati nel promuovere la motivazione all’esercizio. E funzionando come modalità di espressione artistica, vanta un vasto pubblico, oltre ad avere un notevole valore estetico. Può essere praticata da soli o in gruppo. E i diversi stili variano nelle loro richieste di modelli di movimento fisico e gradi di competenza tecnica”. Il che permette di soddisfare le esigenze di persone con varie condizioni di salute aiutandole nel costruirsi una routine di esercizio.
La letteratura dedicata alla danza tra l’altro è ricca di evidenze crescenti che segnalano vari benefici, anche per la dimensione mentale. Rispetto a un gruppo che non fa esercizio, il ballo può migliorare la pressione sanguigna, la sensibilità all’insulina, la forma fisica, e anche i disturbi cognitivi, elencano gli autori. In donne fisicamente inattive, una ricerca citata dagli esperti ha osservato che praticare Zumba per 8 settimane ha ottenuto miglioramenti efficaci nella composizione corporea e nella funzionalità respiratoria. Uno studio pilota, continuano gli scienziati, ha dimostrato che la danza può migliorare l’indice di massa corporea (Bmi) e la percentuale di grasso corporeo. Le persone con malattia di Parkinson possono avere miglioramenti fisici (equilibrio, mobilità funzionale e cognizione) e mentali (autostima, qualità della vita e sintomi motori) ballando.
Il vantaggio rispetto ad altre discipline? Il ritmo coinvolgente, la leggerezza, il sorriso. L’attività fisica convenzionale (corsa, ciclismo e nuoto) può rivelarsi monotona per chi non è amante dello sport e pone sfide all’adesione. La danza no. E come forma di esercizio, coinvolgendo più articolazioni, si rivela efficace per l’obiettivo. Non c’era però ancora pieno accordo nella comunità scientifica riguardo all’impatto specifico sulla composizione corporea.
Gli autori della metanalisi hanno dunque consultato 7 database fino a luglio 2023 per cercare studi su interventi di danza e confronti con gruppi con stili di vita normali. Nella revisione sono stati inclusi solo lavori che hanno valutato gli interventi di danza in persone con sovrappeso e obesità (con Bmi superiore a 24 e percentuale di massa grassa elevata, sopra 20% per i maschi e 25% per le femmine). Risultato: di 654 studi identificati, 10 sono stati considerati idonei. E la metanalisi ha riguardato in totale 646 partecipanti in sovrappeso o obesi, di cui 321 sottoposti a programmi di danza e 331 in gruppi di controllo. Alcuni erano programmi di danza tradizionale, altri (quelli di 7 studi) erano forme di ballo più innovative e creative.
I partecipanti si ritrovavano per dare libero sfogo alla voglia di danza al massimo 3 volte a settimana e le lezioni avevano una durata variabile da più di un’ora a 40 minuti. La buona notizia per gli aspiranti Ginger Rogers e Fred Astaire è la conclusione della revisione, che ha rilevato come, rispetto ai normali stili di vita, la danza produca effettivamente miglioramenti significativi in Bmi, circonferenza vita, percentuale di grasso e massa grassa. Mentre non sono state riscontrate differenze significative nel rapporto vita-fianchi. Il messaggio? Conviene cominciare ad accendere lo stereo, la pista da ballo aspetta.