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Bagdad, manifestanti attaccano l’ambasciata Usa: 10 feriti

Ormai, come più volte ripetuto, in Iraq la situazione è a dir poco ‘esplosiva’. Non passa giorno infatti senza che, tra cortei di protesta contro l’attuale governo, diatribe religiose, e feroci scontri armati, i fatiscenti ospedali delle principali città del paese accusino il collasso.
Oggi poi a Bagdad è nuovamente scoppiato l’inferno, con migliaia di manifestanti che hanno tentato di ‘occupare’ l’ambasciata americana. Tutto è nato in seguito al raid di domenica scorsa quando, in risposta ad un attacco nel quale è stato ucciso un cittadino americano dagli uomini di Kataib Hezbollah, l’esercito di Trump ha deciso di portare diversi “attacchi difensivi di precisione”, sia in Iraq che in Siria, contro le forze sciite filo-iraniane. Raid che hanno provocato ben 25 morti ed oltre 50 feriti.
Così stamane, puntuale, è scattata ‘la vendetta’ con l’assalto alla sede diplomatica Usa, per altro ubicata all’interno della cosiddetta – presidiatissima – Zona Verde della capitale irachena. All’urlo di “Morte all’America”, e sventolando drappi inneggianti alla milizia di Hashd Shaabi, in tantissimi hanno iniziato a scalare i muri di cinta dell’ambasciata.
Per contenere i manifestanti più facinorosi, ed evitare quindi una strage, le forze di sicurezza di guardia hanno sparato un’infinità di lacrimogeni per disperdere la folla. Nel frattempo sia il personale interno, che l’ambasciatore Usa Matthew H. Tueller, sono stati rapidamente evacuati. Dispersi i manifestanti, sul terreno sono rimasti una decina di feriti. Preoccupati dall’accaduto, sia il ministro dell’Interno iracheno, che diversi deputati, si sono recati sul luogo dell’attacco per sincerarsi della situazione.
ma come i più esperti sanno, purtroppo si tratta soltanto di una tregua…
Max