Solo a nominarle, le cosiddette aziende partecipate, evocano nei cittadini romani sentimenti contrastanti: rabbia per dei servizi resi precariamente, ed invidia per uno stipendio garantito, al di là dell’impegno profuso.
La ciliegina sulla torta (per i dipendenti) o invece, la goccia che ha fatto traboccare il vaso (per i cittadini), quanto accaduto poco mesi fa, in piena emergenza Covid quando, a fronte di una generale situazione di sbando, sono fioccati premi ed indennità.
Nello specifico, come ha poi denunciato la Cgil, prima in Ama, e poi nei Roma Servizi per la Mobilità (che si occupa della pianificazione del trasporto pubblico, e della sosta a pagamento), sono stati elargiti aumenti senza trasparenza, fuori dalle regole contrattuali.
Se, poco dopo l’estate, l’Ad di Ama ha deciso di concedere ai capo area un’indennità (retroattiva al primo marzo del 2020) di 8mila euro annui, a seguire, i dipendenti di Roma Servizi per la Mobilità, accanto ai normali premi di produzione, hanno ricevuto 650 euro in più.
Un benefit, concesso con l’avallo dei sindacati, perché “a fronte dell’improvvisa ed imprevedibile situazione emergenziale, i dipendenti hanno dimostrato grande capacità di adattamento e reazione alle nuove condizioni di lavoro”.
Una situazione che ha ovviamente creato notevole imbarazzo al Comune di Roma, alla luce di una frattura sociale (determinata dall’avvento del Covid), che ha indelebilmente marcato le differenze sociali tra chi può contare su uno stipendio fisso, e quanti invece trovatisi a dover sopravvivere.
Così qualche settimana fa, nell’ambito della Programmazione delle attività inerenti alla direzione, al coordinamento, all’indirizzo, ed al controllo degli organismi partecipati, il Campidoglio ha agito di conseguenza.
L’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, ha di fatto congelato per i prossimi tre anni ogni forma di aumento per i dipendenti della aziende partecipate di Roma Capitale. Il Comune ha infatti affermato di non poter permettersi di assorbire risorse a beneficio dei settori produttivi più penalizzati, rimarcando inoltre la posizione agevolata dei dipendenti delle partecipate, indenni sia da eventuali rischi occupazionali, che dalla contrazione dei redditi.
Insomma, niente premi, e bonus – per altro già incassati – come intimato dal Campidoglio, che “ritiene opportuno e necessario fornire indirizzo agli organismi partecipati di adottare politiche del personale non espansive in termini salariali”. Per dirla alla romana: ‘gallina che non becca, ha già beccato’. A buon intenditor…
Max