Da queste parti, sebbene siano passati oltre 30 anni, la morte di Giancarlo Siani, giornalista ucciso il 23 settembre del 1985 per degli articoli che aveva scritto, fortunatamente è ancora viva. Tuttavia, malgrado i numerosi tributi di sangue (e le continue minacce), pagati dalla stampa negli anni, il coraggio e l’impegno non sono mai venuti meno. Visti i contesti – e le conseguenze – potremmo quasi parlare di eroi, anche perché nessuno di loro è morto da miliardario per ciò che scriveva.
Una sorta di missione, quella dell’informazione, che si rinnova di generazione in generazione, capace di rendere ‘poetica’ (per dedizione), una professione altrimenti condannata all’estinzione o, peggio, all’assoggettamento del potere di turno.
Proprio in queste ore, mentre ne scriviamo, un collega partenopeo non sta certo passando ore serene. Ieri infatti, ha riportato la pagina online di ‘Campania Notizie’, la testata che Mario De Michele dirige, “Mentre era a bordo della sua auto in una zona periferica di Gricignano (Caserta), è stato raggiunto da alcune persone che hanno esploso 6-7 colpi di pistola. Due di questi all’indirizzo del parabrezza che hanno attraversato l’abitacolo della vettura a pochi centimetri dal giornalista. Nel tentativo di fuga di De Michele i criminali hanno esploso altri 3-4 colpi che hanno mandato in frantumi anche il lunotto posteriore della vettura. Solo il caso ha fatto sì che ne uscisse illeso. Sull’accaduto indagano i carabinieri del gruppo di Aversa e della compagnia di Marcianise, che si sono immediatamente attivati. Nessuna pista è esclusa ma quella maggiormente battuta dagli inquirenti è dell’agguato di camorra“.
In realtà, si è poi saputo attraverso la pagina online di ‘Campania Notizie’, si tratta del secondo attentato in pochi giorni subito dal direttore De Michele. Lunedì infatti il giornalista “è stato raggiunto e aggredito da due persone a bordo di una moto e con volto coperto da casco integrale: uno dei due è sceso dalla moto e armato di una spranga di ferro ha causato gravi danni mentre l’altro lo ha costretto a scendere e schiaffeggiato”.
Si tratta di fatti di una gravità inquietante, che richiedono un’adeguata riposta, rapida e risolutrice da parte delle istituzioni, prima che accada il peggio.
Dal canto Mario De Michele ha preferito uscire allo scoperto, urlando tutta la sua legittima paura e, attraverso un editoriale pubblicato dal suo quotidiano ha rivelato di essere molto “preoccupato per me e per la mia famiglia. Fingere con mio figlio, che si è spaventato quando ha visto quasi dieci auto dei carabinieri arrivare a casa, è un’esperienza che non auguro a nessun padre. I volti di mia moglie e mia madre (che è svenuta per la paura) bianchi come la cera mi hanno marchiato a fuoco dentro”.
Ed ora, prosegue il giornalista, “ho paura. Chiamatemi pure codardo. Ma è la verità. Poi è inutile dirlo. Chi mi conosce lo sa: continuerò a fare il cronista. Magari male. Ma sempre senza condizionamenti. A modo mio“. Poco dopo ha raccontato: “Mi trovo in procura a Napoli per parlare con gli inquirenti di questo grave episodio che mi è capitato ieri pomeriggio. La fortuna mi ha assistito due volte: prima perché non sono stato colpito e poi perché ero da solo. Sicuramente se ci fosse stato qualcuno con me penso che sarebbe rimasto ferito. Sono vivo per miracolo“.
“Non è il primo episodio intimidatorio che ho denunciato – rivela ancora il direttore di ‘Campania Notizie’ – sono stati sette negli ultimi mesi. Sto realizzando delle inchieste giornalistiche su collegamenti tra imprenditoria e camorra nei territori di Orta di Atella e Succivo, non è escluso che siano messaggi della criminalità organizzata locale. La magistratura sta indagando e spero che siano arrestati i colpevoli di tutto ciò”.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Mario de Michele, fiduciosi nell’opera della magistratura, e delle forze dell’ordine affinché, ci auguriamo, possano in qualche modo porre la parola fine a questa terribile situazione…
Max