Chi per lavoro è spesso costretto a percorrere le autostrade, è perfettamente a conoscenza del pessimo stato di manutenzione in cui versano diversi tratti delle nostre maxi arterie di collegamento. Ad esempio, sulla ‘via dei parchi’, che da Roma porta a Pescara (nella foto), si superano viadotti altissimi che se visti dalla base fanno venire i brividi per lo stato in cui versano i piloni in cemento armato. Molto più semplicemente basterebbe poi guardare a cosa è accaduto, e cosa accade nei tratti liguri per aver già una risposta. In tanti si sono interessati, indagando, producendo documenti e prove. Basti pensare ai servizi delle Jene realizzati negli ultimi anni.
Intanto però ‘ci addolciscono la pillola’ annunciando che per il 2020 non vi saranno aumenti delle tariffe. E ci mancherebbe pure!
“Le persone non possono pagarne le conseguenze”
Ora però, finalmente, le istituzioni si stanno muovendo seriamente e, come annunciato stamane nel corso di un’intervista a ‘Radio 24’ da Paola De Micheli, ministra delle Infrastrutture, è stato ultimato un esaustivo dossier relativo alle concessioni ad Autostrade per l’Italia, che racchiude anche lo stato di conservazione dei tratti esaminati.
“Il dossier, prima di renderlo pubblico – ha affermato la ministra – credo sia corretto farlo vedere al presidente del Consiglio e ai miei colleghi ministri; è ovvio, però, è evidente a tutti che qualcosa in questi anni è successo, o meglio temo che qualcosa non sia successo: abbiamo troppe evidenze, ahimè concrete, di situazioni di mancata manutenzione, di ritardi o di manutenzioni fatte secondo criteri che non sono oggettivi. Le conseguenze – ha quindi aggiunto la De Micheli – le decidiamo insieme ai miei colleghi, è una responsabilità collettiva. Il governo dovrà valutare le risultanze delle verifiche fatte, l’impatto finanziario e soprattutto l’impatto occupazionale di qualunque decisione. Si dovrà far carico della soluzione di entrambi i problemi perché la situazione è articolata e complessa. Ci sono due categorie di persone che non devono, e non possono, pagare le conseguenze di quanto accaduto negli ultimi decenni – ha quindi concluso la ministra – i lavoratori e gli utenti, i cittadini e le persone che viaggiano“.
Max