In arrivo, secondo Aiscat in tutta Italia “tariffe autostradali tra le più basse in Europa a fronte dei maggiori investimenti per ammodernare la rete autostradale, costruita per la maggior parte negli anni ‘50 e ‘60”: è, o se non altro sarebbe, questo il quadro di una sorta di rivoluzione, se così la si può definire, che viene tracciata intorno al nuovo sistema di pedaggi per Autostrade.
Autostrade, cambia il sistema dei pedaggi: ecco cosa succede.
Stando ai numeri, in effetti, il costo medio chilometrico per le autovetture se comparato con i principali gestori europei indica sulla rete Aspi un valore di 8,18 centesimi (7,45 per la sola Aspi) contro gli 8,37 del Portogallo, gli 8,73 della Francia, fino ai 16,02 che si pagano sulla M6 britannica.
La differenza vale anche per i mezzi pesanti con 14,51 centesimi al km (13,19 per Aspi) contro i 14,73 della Germania i 20,92 del Portogallo, i 26,40 della Francia e addirittura 37,67 in Austria sulla rete Asfinag.
Su questo quadro tariffario, prodotto da sei diversi sistemi di tariffe e dei loro ‘backup annuali” vanno poi da oggi ad incidere le novità indicate, per appunto dall’Authority dei trasporti, che vanno a introdurre le disposizioni introdotte dalla legge 109/2018 di conversione del Decreto Genova. Di cosa si tratta?
Nel merito delle concessioni attiva il sistema tariffario dà continuità ai parametri del modello già in uso per alcune tratte autostradali in scadenza quali la A22 Autobrennero e la A4 Autovie Venete.
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In merito alle novità circa la delibera dell’Autorità si è espressa Aiscat. “Esprimiamo la nostra più grande preoccupazione e la ferma opposizione alle deliberazioni sui sistemi tariffari delle concessioni autostradali comunicate oggi dall’ART, all’esito di una consultazione meramente formale nella quale è stato chiesto ai concessionari di riempire un formulario con proprie osservazioni, senza possibilità (nonostante le nostre richieste) di un reale confronto, peraltro dovuto trattandosi di modifiche unilaterali a contratti di durata”.
Aiscat afferma che “la procedura di consultazione e soprattutto gli esiti della procedura stessa vìolano i più basilari principi giuridici della certezza dei contratti e delle regole stabiliti sia a livello comunitario che nazionale, indebolendo fortemente l’immagine di affidabilità del sistema Italia”.
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Sulla questione si è espresso anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, chiarendo alcuni aspetti. “Siamo di fronte all’inizio della rivoluzione che avevamo promesso sin dal nostro insediamento e che aveva mosso i suoi primi passi con la pubblicazione integrale, mai avvenuta prima, degli allegati delle convenzioni autostradali, quelli contenenti le formule che arricchivano i concessionari privati a scapito dei cittadini.”, sostiene Toninelli.
Il ministro poi, aggiunge: “Se Aiscat oggi attacca così, vuol dire che siamo sulla strada giusta. Perché qui non si tratta di bloccare chi fa davvero gli investimenti e merita il giusto profitto. Si tratta solo di non ingrassare più chi gli investimenti li promette senza farli, con ripercussioni a volte gravissime per la sicurezza di chi viaggia. Sblocchiamo i lavori e fermiamo le mangiatoie”.
E ancora: “Il nuovo sistema Art appena pubblicato entra in vigore il primo gennaio prossimo, vale intanto per le 16 concessioni i cui Piani economico finanziari (Pef) quinquennali sono già scaduti, ma via via sarà allargato a tutti i nuovi Pef e le nuove convenzioni. Il cambiamento è sostanziale”.
Proseguono poi i chiarimenti del ministro Toninelli. “Finora i sistemi tariffari non consentivano di distinguere la quota di remunerazione legata all’attività di costruzione da quella derivante dall’attività di gestione. Quindi non si potevano calibrare in modo mirato gli adeguamenti dei pedaggi, incentivando il concessionario all’efficienza della gestione e alla rapida realizzazione degli investimenti.”
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