‘Sulla carta’, magari dopo un’esperienza poco soddisfacente, cercare ed acquistare un’auto di seconda mano, dovrebbe essere un’esperienza entusiasmante ma, come vedremo, è proprio in queste circostanze che dietro l’angolo potrebbe nascondesi una cocente delusione.
E non solo. Occorre infatti prestare attenzione ai truffatori che, senza farsi troppi scrupoli, possono facilmente indurre gli automobilisti a commettere costosi errori.
A tal proposito, anche in virtù di un fenomeno crescente – che con l’avvento del mercato online ha subito un’accelerata pazzesca – abbiano chiesto qualche suggerimento in proposito degli esperti di carVertical – (società leader nella raccolta dati per il settore automobilistico), su come identificare le più diffuse ed evitare di rimetterci soldi.
Come dicevamo, ormai sul web si è creato ‘un mondo’ di siti dedicati alla rivendita di auto di seconda mano. Ed è proprio qui – dove lavorano anche ‘aziende serie’ – che i venditori fraudolenti pubblicano i loro annunci che, ovviamente, sembrano dei veri affari. Successivamente, convincono il potenziale acquirente che l’auto sia custodita in un luogo remoto e chiedono che il denaro venga trasferito prima della consegna del veicolo.
Inoltre, giocando sull’emotività del potenziale cliente, fingono che ci siano altri acquirenti interessati, così da creare un senso di urgenza.
A quel punto in molti non esitano ad ’aggiudicarsi l’affare’. Tuttavia, una volta che il denaro è stato trasferito (ed incassato), i ‘venditori’ rimuovono l’annuncio per poi scomparire nel nulla.
Dunque, come abbiamo visto grazie all’esperienza acquisita dagli esperti di carVertical, i truffatori creano falsi siti web di concessionarie auto nei quali mostrano offerte molto interessanti.
Creati ad arte, il più delle volte questi siti assomigliano molto a reti o marchi di concessionari noti, ed anche i link utilizzati per la loro diffusione sono quasi identici.
Questo, come detto, induce gli acquirenti a contattare il venditore con meno reticenza. Ecco perché, per quanto ‘anomala’, la richiesta del pagamento in anticipo (puntualmente ‘ben motivata’), spesso non fa suonae subito l’allarme.
La regola principale è quella di prestare sempre molta attenzione a qualsiasi sito web a cui inviano denaro, senza dimenticare che, se un affare sembra troppo bello per essere vero, probabilmente è proprio così.
A volte, i venditori evitano di menzionare il fatto che un’auto provenga da un altro Paese. Anche se il veicolo è stato importato 5 o 8 anni prima, si tratta comunque di informazioni preziose, fondamentali per orientare il processo decisionale di un acquirente. Importare un’auto è relativamente facile ed economico, quindi molte di queste vengono acquistate in un Paese e poi trasferite in un altro.
E molti non sanno che, in realtà, durante le transazioni transfrontaliere, è più facile manipolare il chilometraggio e nascondere alcuni danni.
Mettere in vendita pezzi di ricambio auto non originali, spiegano ancora gli esperti, è molto comune sul Marketplace di Facebook e spesso vede coinvolte persone che pubblicizzano set di pneumatici o rari body kit per auto tuning, così da creare l’illusione di veri e propri affari.
Anche qui però, i truffatori pretendono che l’acquirente trasferisca denaro in anticipo, e poi spariscono nel nulla.
Sfortunatamente, il Marketplace di Facebook ha un controllo qualità pessimo e un supporto clienti inesistente, quindi gli acquirenti dovrebbero essere molto cauti su questa piattaforma e inviare denaro solo dopo aver visionato i prodotti di persona.
Il rollback del chilometraggio è messo in atto dai truffatori che vogliono aumentare artificialmente il valore di un’auto.
In quelle più vecchie è possibile scalare i chilometri meccanicamente, mentre nei veicoli più nuovi lo si può fare tramite dispositivi diagnostici che si collegano al mezzo.
di quelli realmente percorsi, mettendo il conducente a rischio di acquistare un’auto con problemi meccanici e che vale molto meno di quanto l’ha pagata.
Parlando di mezzi di seconda mano, quindi in qualche modo ‘vissuti’, è normale che, di tanto in tanto, i veicoli subiscano dei danni.
Danni circa i quali, pur essendone perfettamente a conoscenza, si guardano bene di omettere, evitando informazioni dettagliate sullo storico dei danni di un’auto. Così, l’unico modo per scoprirli è tramite una verifica dello storico che dobbiamo fare per conto nostro.
Questo perché l’acquisto di un’auto usata incidentata in passato potrebbe costare agli acquirenti molto denaro per le riparazioni, ed aprirebbe – per chiunque interessato – una ‘forte trattativa al ribasso’ rispetto al prezzo inizialmente richiesto.
Senza contare che un veicolo può presentare danni strutturali che ne compromettono la sicurezza.
Oltretutto, come tengono a rimarcare da carVertical, alcuni venditori fraudolenti falsificano i report sullo storico del veicolo per dimostrare agli acquirenti che l’auto che stanno vendendo non ha difetti. Quando i report sullo storico vengono stampati e non generati al momento, alcuni eventi importanti potrebbero essere stati omessi.
Pertanto, il consiglio anche qui, è che ogni acquirente dovrebbe generare lui stesso un report sullo storico per evitare di essere truffato.
Come è noto, le auto a noleggio a breve termine utilizzate dalle società di car sarin, oppure i taxi, dovrebbero generalmente essere evitati poiché sono soggetti a una maggiore usura e possono rivelarsi un vero spreco di denaro.
Anche in questo caso però, i venditori non sempre rivelano agli acquirenti che i propri veicoli sono stati utilizzati in questo modo.
Ad esempio, va tenuto conto del fatto che, i veicoli usati per il car sharing a breve termine, hanno subito molti più avviamenti a freddo di una normale auto, e possono avere il motore e altri componenti usurati e non più affidabili come dovrebbero.
I taxi, invece, spesso hanno un chilometraggio più elevato e possono essere identificati dagli interni usurati, soprattutto i sedili posteriori. Poiché la maggior parte dei taxi è stata utilizzata i contesti urbani, si consiglia di ispezionare queste auto, prestando estrema attenzione alle condizioni del sistema frenante e dei componenti delle sospensioni.
Quasi tutti i veicoli rubati vengono smontati e rivenduti come pezzi di ricambio sul mercato nero.
A volte però, possono finire negli annunci pubblicitari o sui social network.
Acquistare un veicolo rubato significa perdere giorni, se non settimane, nel tentativo di recuperare il denaro. Il controllo dello storico indica se un’auto è stata denunciata come rubata.
Infine, spiegano ancora gli esperti di carVertical, i venditori fraudolenti potrebbero non accettare bonifici bancari e preferire pagamenti tramite servizi come Western Union. Questo deve essere un campanello d’allarme immediato, poiché i truffatori possono creare documenti d’identità falsi, ricevere il denaro, ma non consegnare mai l’automobile…
Max