(Adnkronos) –
Anno pessimo, il 2022, per le auto. Ne sono state immatricolate 1.316.702, a fronte delle 1.458.032 iscrizioni registrate nel 2021, con un calo del 9,69%. Nonostante la ripresa di dicembre, con una crescita del 20,99%, e un’inversione di tendenza che dura dall’estate, è uno dei peggiori risultati dell’ultimo mezzo secolo. I dati del ministero dei Trasporti delineano uno scenario ancora difficile ma con qualche spiraglio di risalita.
Anfia. “Nel 2022 il contesto in cui la filiera automotive si è trovata ad operare, già segnato dalla crisi dei semiconduttori, delle materie prime e della logistica, è ulteriormente peggiorato in conseguenza delle ripercussioni del conflitto in Ucraina, che ha innescato una grave crisi energetica e ulteriori strozzature nelle catene di fornitura a livello europeo e globale”, afferma Paolo Scudieri, il presidente di Anfia. Ma è anche stato l’anno in cui, finalmente, rileva, “si è potuto contare su uno specifico Fondo automotive con una programmazione pluriennale, fino al 2030, delle risorse stanziate, sia per le misure di supporto alla domanda, per la diffusione delle tecnologie a zero e bassissime emissioni, sia per gli strumenti di accompagnamento alla riconversione produttiva della filiera. In continuità con questa programmazione, da oggi sono disponibili gli incentivi 2023 all’acquisto di nuove auto a zero e a basse emissioni: uno stanziamento di 575 milioni di Euro suddivisi nelle fasce di incentivazione 0-20 g/km di CO2 (vetture elettriche), 21-60 g/km di CO2 (vetture ibride plug-in) e 61-135 g/km di CO2 (vetture ibride tradizionali e vetture termiche a basse emissioni, con il vincolo di rottamazione della vecchia vettura), le prime due accessibili anche al comparto dell’autonoleggio, e prenotabili dal 10 gennaio. Una misura che speriamo possa dare un significativo impulso alla domanda di vetture green fin dai primi mesi dell’anno”.
Csp. “Chiude in bellezza per l’automobile uno degli anni peggiori dell’ultimo mezzo secolo”, sintetizza il Centro Studi Promotor. “In dicembre le immatricolazioni di autovetture sono state 104.915 con una crescita del 21% rispetto a dicembre 2021, ma con un calo del 25,3% rispetto allo stesso mese del 2019, cioè dell’anno che ha preceduto la pandemia e l’entrata in una gravissima crisi del mercato dell’auto. Quella di dicembre è la quinta crescita mensile consecutiva dopo una prima parte del 2022 in forte calo e conferma l’inversione di tendenza verificatasi in agosto, ma non modifica la valutazione sull’intero 2022 che ha fatto registrare un risultato catastrofico”. Il fattore che ha determinato l’inversione di tendenza “è il miglioramento nelle forniture di microchip e di altri componenti essenziali per la costruzione di automobili la cui carenza aveva generato una crisi dell’offerta per la sopravvenuta incapacità dell’industria automobilistica di soddisfare pienamente la domanda. E questo nonostante un livello di domanda fortemente depresso per gli effetti generati dalla pandemia e successivamente dalla guerra in Ucraina, dal rallentamento dell’economia, dalla ricomparsa dell’inflazione e dagli altri elementi che hanno influito negativamente sulla propensione all’acquisto di automobili”. Per quanto riguarda le prospettive, sottolinea il Csp, “è lecito attendersi che la capacità di fornitura dell’industria automobilistica continui a migliorare nel 2023 con benefici effetti sulle vendite, ma il ritorno delle immatricolazioni a livelli normali per un mercato come quello italiano, cioè superiori a 2.000.000 di unità annue, appare ancora molto lontano per il permanere di una sostanziale debolezza della domanda”.