“Due lavoratori hanno deciso di licenziarsi pur di non dovere più pietire gli stipendi dovuti. Siamo stati costretti a dover noleggiare sei pullman di granturismo per lenire i disagi dei 360 degli studenti. Pullman che ci costano ben 1.300 euro al giorno, ma non potevamo lasciare i ragazzi ancora a casa. Già hanno perso più di una settimana di scuola. Ovviamente la cifra verrà trattenuta all’azienda dei fratelli Licata”.
Se nei loro saccenti interventi ‘propagandistici’ i politici indugiano sulla sanità e la scuola come elementi portanti di uno stato civile e democratico, poi all’atto pratico le cose stanno invece esattamente all’opposto.
L’ultima in ordine di tempo viene dalla Sicilia dove, il sindaco del comune di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino, ha denunciato una situazione a dir poco deplorevole che investe tutti gli studenti del suo comune che, ribadisce, “pagava 27 mila euro al mese all’azienda per pagare gli abbonamenti degli studenti delle medie superiori che frequentano istituti in altre città“.
Ma la faccenda è davvero molto complessa. Infatti sia gli autisti che i dipendenti della linea Sal e Ata di Agrigento, hanno reso noto di essere senza “stipendi da almeno quattro mesi”. Ecco quindi spiegato il motivo che, dallo scorso 10 ottobre, è all’origine di questa sorta di ‘filiera inversa’: gli autisti si fermano e di conseguenza gli studenti rimangono a casa. Una protesta ormai giunta al decimo giorno, bloccando di fatto le linee che comprendono il tratto Licata-Palma di Montechiaro, Agrigento, e Porto Empedocle.
Parliamo complessivamente di 35 dipendenti (tra autisti, meccanici e lavaggisti) che, dalle due ditte – Sal e Ata – ad oggi, quattordicesima a parte, ‘avanzano’ tre mensilità. C’è inoltre da aggiungere che, oltre ad aver investito i comuni di Palma di Montechiaro, Licata, Gela, Grotte, Racalmuto, e frazioni limitrofe, di fatto la protesta ha interrotto anche i collegamenti tra gli aeroporti di Palermo e Comiso ed Agrigento.
Da parte loro le istituzioni, attraverso l’incontro tra il prefetto agrigentino Dario Caputo, le due aziende ed i lavoratori, hanno tentato un accordo in extremis però fallito.
Dal canto suo il primo cittadino di Palma di Montechiaro e Annamaria Sanfilippo – assessore alla Solidarietà sociale – alcuni giorni fa hanno tentato l’ennesima soluzione, incontrando i titolari di una delle due aziende, i fratelli Marco e Giuseppe Licata ma, ha poi riferito il sindaco Castellino, “Noi abbiamo saldato tutto il debito accumulato con l’azienda. Abbiamo versato quanto dovuto. E adesso per il futuro tratterremo i soldi del noleggio dei pullman“.
Ora le speranze sono indirizzate all’incontro fissato per domani, quando avrà luogo un tavolo tecnico che vedrà contrapposti i lavoratori e Mario Falcone, assessore alle Infrastrutture, che spiega: “Ho voluto convocare io l’incontro. Nel frattempo, abbiamo sbloccato un’ulteriore trimestralità, congelata sino ad ora per irregolarità del Durc (Documento Unico di Regolarità Contributiva,ndr)”.
Al tavolo siederà anche una rappresentanza dell’Usb, nella quale trova posto anche Andrea Gelo, un dipendente in sciopero: “Da sette anni i lavoratori vivono una situazione di disagio. Gli stipendi sono sempre arrivati in ritardo, ma non si era mai arrivati a sei mesi. Siamo arrivati al limite. Questa azienda non ha mai investito e i mezzi dell’autoparco sono ormai vetusti. Il pullman meno vecchio ha dieci anni”.
Una situazione davvero complicata che, oltre a creare notevoli disagi agli studenti, pesa soprattutto sui dipendenti delle due aziende di trasporto i quali, come spiega un autista: “Non ci pagano da 4 mesi – dice Emanuele Giordano, uno degli autisti – E la situazione è davvero drammatica per molte famiglie che non sanno come dare da mangiare ai propri figli. L’azienda deve trovare una soluzione”.
Max