(Adnkronos) – Il consumo di psicofarmaci in Italia è in costante aumento, “ma non per forza deve essere vista come una cosa negativa”. Lo sottolinea lo psichiatra Alberto Siracusano, coordinatore del Tavolo tecnico per la salute mentale del ministero della Salute, a margine dell’evento oggi a Roma per la Giornata mondiale della salute mentale. Dal 2017 ad oggi registriamo, secondo i dati che fornisce Iqvia, un aumento costante del 2% dei consumi di psicofarmaci, tranne che nell’anno del lockdown, il 2020, quando l’aumento è stato del 3%.
“La salute mentale nel mondo è peggiorata e anche in Italia le cose non vanno molto bene. C’è una crescita dei disturbi depressivi e in particolare dell’umore, c’è stato negli ultimi tempi un aumento netto dei disturbi del comportamento alimentare e la popolazione giovanile vive un disagio profondo. C’è sicuramente una tendenza nell’aumento del consumo degli psicofarmaci, pensiamo agli antidepressivi. Ma non per forza deve essere vista come una cosa negativa, perché di contro abbiamo un abbassamento dei numeri rispetto a chi si avvicina alla cura e di chi è in cura e non assume i farmaci”, aggiunge.
Siracusano spiega i problemi relativi all’aderenza alla cure dei pazienti con disturbi della salute mentale. “Le persone che hanno un problema stigmatizzano l’uso del farmaco e non si curano: questo è un grande rischio – rimarca – Gli psicofarmaci non sono ‘tutto’, ma noi abbiamo dei dati che ci dicono che il 47% delle persone depresse non assume farmaci e non si vuole curare per paura dello stigma. Questo è un dato negativo – avverte lo specialista – perché la psicoterapia e la psicofarmacologia, il sistema di terapia, diciamo, sono qualche cosa di estremamente utile e importante per superare la depressione che è un grande problema”.