Il mix tra vaccini “si può fare. E il ‘si può fare’ in questo caso non è quello del dottor Frankenstein”. Il professor Massimo Galli ‘promuove’ il mix tra la prima dose di vaccino AstraZeneca, riservato agli over 60, e la seconda dose di Pfizer o Moderna. “Da una parte, un discorso di stretto rigore scientifico imporrebbe il rispetto di regole sperimentali. Dall’altra parte c’è il dato empirico, da paesi in cui il mix è stato abbondantemente usato, in base al quale le reazioni non sono tali da far dire ‘non si può fare’’ Il ‘si può fare’ in questo caso non è quello del dottor Frankenstein, comincia ad avere basi non del tutto trascurabili”, dice il responsabile di malattie infettive del Sacco di Milano a Cartabianca. “Secondo la mia opinione e sensazione, non suffragate da un numero enorme di dati, il mix funzioni meglio di alcune doppie vaccinazioni, in particolari contesti e su determinati soggetti. Ma sono il primo a dire che serve qualche elemento in più”, dice prima di proporre un altro tema: “Chi si è sottoposto alla prima vaccinazione con AstraZeneca e ha anticorpi significativi potrebbe rimanere fermo un giro”, dice prospettando l’ipotesi di evitare la seconda dose per alcuni soggetti.
Le limitazioni al vaccino AstraZeneca sono scattate dopo gli ultimi casi di trombosi, in particolare quello fatale che ha coinvolto una 18enne in Liguria. “Ci sono 2 importantissime questioni da considerare. Bisogna vaccinare in fretta, i vantaggi legati all’uso di un vaccino come AstraZeneca sono superiori ai rischi. Vaccinando molto si riducono i rischi di morti certi per covid. Ora siamo arrivati ad un numero di vaccinati tale da determinare un calo di contagi, ricoveri e progressivamente di decessi. A questo punto diventa importante considerare il rapporto rischio/beneficio a livello individuale e non solo collettivo. Se abbiamo scollinato e abbiamo un numero di vaccini sufficiente, andava e andrà evitato di usare un vaccino valido ma che ha un problema in una fascia di età e soprattutto per le donne”, dice Galli.