Si fa presto a parlare di ‘casi rari’ o di ‘episodi’, a fronte di milioni di vaccinazioni eseguite, rispetto invece ai benefici che invece ne derivano. Per noi, gente comune, è comunque difficile dover tollerare che nella ‘casistica’ anche se uno su un milione – come può accadere per qualsiasi altro farmaco – può anche scapparci il morto. Più che altro ci sta esautorando il fatto che, volente o no, ora come ora il nostro futuro deve comunque passare attraverso la vaccinazione.
Dall’altra parte, come continuano ad affermare gli ‘esperti’, al momento non è stato provato nessun nesso diretto tra la vaccinazione ed i casi di trombosi, o le morti fin qui registrate. Tuttavia, negli ultimi giorni qualcosa è cambiato: intanto diversi europei hanno avuto il coraggio di tornare a sospendere le vaccinazioni AstraZeneca mentre, dal canto suo, l’agenzia europea del farmaco, ha appositamente riunito la commissione di tecnici e ricercatori per capire meglio: come qualcuno ha ammesso: un’incidenza sembra esserci ma non riusciamo a capirne il perché.
Proprio in queste ore l’Ema sta facendo le sue valutazioni e, fonti interne hanno spiegato che “Il Comitato di farmacovigilanza (Prac) dell’Ema non è ancora giunto a una conclusione e la revisione è in corso. Terremo una conferenza stampa non appena la revisione sarà terminata, domani o giovedì“.
Avendo se non altro anche un semplice ‘sospetto’, la Germania (ed altrettanto si appresterebbe fare anche l’Inghilterra), ha per esempio introdotto la precauzione di inoculare il vaccino solo agli over 60. Tanto è che, per gli under 60 già interessati dalla prima delle due iniezioni previste, si ricorrerà a completare la copertura ricorrendo al vaccino Pfizer o Moderna.
Dal canto suo il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, si è limitato a spiegare che “Questi vaccini vengono utilizzati con numeri che non sono propri di nessun farmaco” dunque ha aggiunto, “E’ possibile che l’Ema continuando la farmacovigilanza possa individuare quel sottogruppo di popolazione che magari ha un minimo comune denominatore che determina una possibilità di rischio trombotico. E’ possibile che Ema dica ‘sarebbe preferibile non usare questo vaccino per questa categoria di pazienti’“.
Quindi, commentando, come spiegato sopra, l’atteggiamento adottato dagli altri paesi europei, Sileri ha affetta che ”Tra i Paesi europei c’è chi ha bloccato il vaccino AstraZeneca e chi ha messo i limiti di età dai 55-60 anni in su. Serve un’uniformità, deve decidere l’Ema. Non sarà probabilmente oggi l’Aifa a prendere la prima decisione sugli eventuali rischi del vaccino AstraZeneca, ma la dovrà prendere l’Ema a livello centrale”.
E’ però possibile, aggiunge, ”che vengano fatte delle raccomandazioni che potrebbero imporre delle restrizioni come i limiti di età o semplicemente raccomandazioni per un controllo più incisivo su una determinata categoria di pazienti. L’Inghilterra ha avuto 30 casi su poco meno di 20 milioni di dosi somministrate, si tratta di numeri esigui. Tuttavia, questi pazienti che hanno avuto queste complicazioni per le quali qualcuno purtroppo è deceduto, potrebbero avere un comune denominatore che potrebbe essere individuato in una categoria di persone per le quali serve un monitoraggio più stretto e delle precauzioni maggiori. Queste sono indicazioni che dà un ente regolatorio”.
Infine, riguardo al perché debba essere l’Ema e non all’Aifa a valutare, il sottosegretario risponde “Perché se l’Aifa dà una linea poi la Germania ne dà un’altra e la Francia un’altra ancora si crea una confusione nei confronti di un vaccino che è stato scelto in Europa e distribuito in Europa. E’ a livello centrale che devono essere date delle indicazioni chiare. Anche un semplice sospetto di un nesso causa-effetto potrebbero portare a delle restrizioni di quelli che sono i limiti nelle linee guida“.
Max