Ufficialmente l’Ema si esprimerà fra oggi e domani, certo è che, per quanto l’impressione generale è che si ‘tenda’ a minimizzare, affermando che il nesso tra il vaccino Astrazemeca ed i casi di trombosi è tutto da appurare, in realtà invece la sensazione è che qualcosa ci sia.
Un sentore di ‘sospetti’ che sta lentamente allarmando tutti i paesi europei e, ad accanto a quanti hanno deciso nuovamente di spendere l’inoculazione di questo vaccino, ieri ad esempio la Germania ha deciso ‘precauzionalmente’ di vietarne l’inoculazione agli over 60.
Ma proprio perché in attesa di un pronunciamento dell’Ema, senza una precisa disposizione sulla quale basarsi, oggi anche la Gran Bretagna ha deciso di ‘agire autonomamente’. Dunque stop all’AstraZeneca per gli over 50 anche perché, almeno qui, i ripetuti casi di trombosi segnalati, son stati presi “molto sul serio”, come ha tenuto a rimarcare ha ribadito il membro del Comitato congiunto per la vaccinazione e l’immunizzazione (JCVI), professor Adam Finn, secondo cui questa riscontrata “combinazione di coaguli di sangue e basso numero di piastrine è anomala e fuori dalla norma”. Di qui, onde evitare l’arresto dell’immunizzazione generale, la decisione di inibirne l’inoculazione a determinate categorie di persone. Agli over 50 sarà infatti riservato il Moderna, anche come richiamo per quanti hanno già fatto una prima dose dell’AstraZeneca.
In Gran Bretagna, parallelamente ai tecnici dell’Ema, cercando di individuare il perché del rischio di coagulazione del sangue con AstraZeneca, è da giorni al lavoro la Mhra (agenzia britannica del farmaco). Nel frattempo anche la dottoressa Maggie Wearmouth (anch’essa lei membro della JCVI), ha espresso i suoi forti dubbi, consigliando – in attesa dell’Ema – addirittura la sospensione temporanea delle vaccinazioni, per le persone tra i 18 ed i 49 anni. “Dobbiamo forse rallentare il passo fino a quando saremo assolutamente certi – ha spiegato l’esperta – La questione riguarda la sicurezza e la fiducia dell’opinione pubblica. Non vogliamo nascondere nulla“.
Nello specifico, a preoccupare non poco gli scienziati, è il meccanismo per il quale si manifesti un coagulo di sangue nel cervello, una complicanza definita CVST. E c’è da sottolineare che parliamo di 30 casi accertati a fronte di ben 18 milioni di dosi AstraZeneca somministrati i tutta la Gran Bretagna. Dunque, altro che ‘possibilità’ come può capitare anche per altri farmaci, evidentemente gli esperti inglesi hanno capito che un caso ogni 600mila dosi – questa la proporzione – è decisamente ‘troppo’.
C’è infine da segnalare – grazie a Dio! – che quanto accaduto ha indotto l’Università di Oxford a sospendere la sperimentazione del farmaco a vettore virale su bambini e adolescenti.
Max