Il vaccino anti Covid di AstraZeneca non sarà più utilizzato in Austria. Lo ha annunciato il ministro della Sanità, Wolfgang Mueckstein, motivando la decisione con i ritardi nelle consegne da parte della casa farmaceutica anglo-svedese e con i timori suscitati nella popolazione dai rari effetti collaterali del siero, tra cui le trombosi. L’Austria diventa così il terzo Paese europeo, dopo Norvegia e Danimarca, a cancellare AstraZeneca dalla sua campagna vaccinale.
“Probabilmente continueremo a fare le prime dosi con AstraZeneca fino ai primi di giugno e poi verrà interrotto”, ha dichiarato Mueckstein alla tv privata ‘Puls 24’. Il ministro ha precisato che le persone a cui è stata somministrata la prima dose di AstraZeneca riceveranno la seconda dose con lo stesso vaccino, mentre quelle successive saranno decise dalle autorità sanitarie.
Mueckstein ha insistito sul fatto che AstraZeneca è “sicuro”, spiegando che la decisione di interromperne la somministrazione è legata alla “cattiva stampa” del vaccino e ai “problemi di consegna”.
I rari casi di trombosi riscontrati dopo il vaccino anti Covid posso essere curati. A suggerirlo, in un articolo pubblicato sul Journal of Thrombosis and Haemostasis, gli scienziati dell’Ospedale Generale di Vienna e dell’Università di medicina di Vienna secondo il quale il grave effetto collaterale – che in Italia è stato segnalato in 34 persone vaccinate con Astrazeneca, mentre negli Stati Uniti in 8 immunizzati con Johnson&Johnson – potrebbero essere prevenuti grazie a una terapia veloce a base di anticoagulanti non eparinici, immunoglobuline ad alto dosaggio e prednisolone.
Il team, guidato dallo specialista della coagulazione Paul Knöbl, ha curato con successo una paziente di 62 anni che, a seguito dell’inoculazione di ChAdOx1, proprio il vaccino AstraZeneca, aveva sviluppato trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino, o VITT.
La VITT molto probabilmente è causata da una risposta immunitaria difettosa, per cui vengono prodotti anticorpi attivanti i trombociti con conseguente trombocitopenia (bassa conta piastrinica) e trombosi. Il tasso di mortalità nella VITT è alto (40-50%) e la sindrome richiede un trattamento immediato e appropriato.
La paziente, giunta al pronto soccorso a causa di alcune macchie cutanee ed ematomi, mostrava “trombocitopenia, bassi livelli di fibrinogeno, D-dimero elevato e positività al dosaggio immunoenzimatico del fattore 4 piastrinico. Tutte indicazioni di una trombosi in via di sviluppo”, ha spuegato Knöbl.
I medici hanno agito rapidamente e il paziente ha risposto immediatamente al trattamento con una dose elevata di immunoglobuline ad alto dosaggio per via endovenosa, cortisone e anticoagulanti specifici, in modo da prevenire la trombosi. I concentrati di immunoglobuline contengono anticorpi che possono bloccare la risposta immunitaria indirizzata in modo errato. Le solite preparazioni a base di eparina, sottolineano gli esperti, non devono invece essere utilizzate per prevenire la coagulazione, poiché possono scatenare la trombosi o aggravarla.
“In questo caso, siamo stati in grado di descrivere per la prima volta l’efficacia di una strategia di trattamento potenzialmente salvavita per la trombosi indotta dal vaccino”, ha spiegato Knöbl , sottolineando che “questa esperienza potrebbe essere di grande aiuto nel trattamento di altri pazienti con condizioni simili”.
”AstraZeneca continua a distribuire, adesso arriveranno a fine settimana 400mila dosi e poi a fine mese ne avremo ancora 1.750.000 a livello nazionale”, ha detto il commissario straordinario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, nel corso della visita al centro vaccinale Nelson Mandela Forum di Firenze.
Il vaccino anglo-svedese, finito sotto i riflettori per rari casi di trombosi segnalati e in Italia raccomandato agli over 60, negli ultimi giorni è salito alla ribalta per l’iniziativa della regione Lazio. Sabato e domenica migliaia di persone si sono messe in coda per ricevere la prima dose riservata agli over 40. In estate, verrà somministrata la seconda (tra la fine di luglio e l’inizio di agosto) che da sempre viene regolarmente fissata per chi ha ricevuto anche la prima nei mesi scorsi.
“Visto il successo che c’è stato, le modalità molto semplici di accesso e anche le file, molto ridotte, lo ripeteremo durante tutti i fine settimana. Il prossimo fine settimana sarà ancora per gli over40. Poi, man mano, scenderemo anche sulle altre fasce in maniera coerente con la programmazione regionale e nazionale. Per i maturandi stiamo ragionando di farne uno ad hoc intorno al 2 giugno, la Festa della Repubblica”, ha detto l’assessore al Welfare del Lazio, Alessio D’Amato. Lo scetticismo di molti cittadini, insomma, sembra un ricordo. Un’iniziativa analoga si profila in Sicilia: Da domani, per tre giorni, gli over 40 potranno vaccinarsi con AstraZeneca in tutti gli hub dell’Isola, anche senza prenotazione. L’iniziativa della giunta Musumeci punta all’immunizzazione della maggior parte di persone che, volontariamente, accettano il farmaco anglosvedese.
L’Aifa, del resto, attraverso le parole del presidente Giorgio Palù recentemente ha ricordato che “non c’è mai stato un divieto” alla somministrazione di AstraZeneca negli under 60. L’Agenzia europea del farmaco “Ema non ha posto restrizioni per età, mentre Aifa ha solo dato un’indicazione per uso preferenziale agli over 60. Il suggerimento è stato interpretato come regola, ma non è così”.
E’ sempre utile fare riferimento al foglio illustrativo, aggiornato dopo i casi di trombosi rare avvenuti in Europa. Nel foglio presente sul sito Aifa (qui il Pdf), che come limite d’età minimo per la somministrazione segnala i 18 anni, al paragrafo ‘Disturbi del sangue’ si legge: “Coaguli di sangue molto rari, spesso in siti insoliti (ad es. cervello, intestino, fegato, milza), in associazione a bassi livelli di piastrine nel sangue, in alcuni casi accompagnati da sanguinamento, sono stati osservati dopo la vaccinazione con Vaxzevria (il nuovo nome del farmaco, ndr). Questa condizione includeva casi gravi con coaguli di sangue in siti diversi o insoliti come pure coagulazione o sanguinamento eccessivi in tutto il corpo. La maggior parte di questi casi si è verificata nei primi quattordici giorni successivi alla vaccinazione e si è verificata principalmente in donne sotto i 60 anni di età. In alcuni casi questa condizione ha provocato morte”.
Nel paragrafo dedicato ai ‘Possibili effetti indesiderati’ si legge ancora: “Come tutti i medicinali, questo vaccino può causare effetti indesiderati sebbene non tutte le persone li manifestino. Se nota la comparsa di qualsiasi effetto indesiderato non menzionato in questo foglio illustrativo, informi il medico, il farmacista o l’infermiere. Richieda assistenza medica urgente se si manifestano sintomi di grave reazione allergica. Tali reazioni possono includere una combinazione di uno qualsiasi dei seguenti sintomi:
– sensazione di svenimento o stordimento
– cambiamenti nel battito cardiaco
– fiato corto
– respiro sibilante
– gonfiore delle labbra, del viso o della gola
– orticaria o eruzione cutanea
– nausea o vomito
– mal di stomaco.
Con Vaxzevria possono verificarsi i seguenti effetti indesiderati:
Molto comuni (possono interessare più di 1 persona su 10)
– dolorabilità, dolore, calore, prurito o lividi nel punto in cui viene praticata l’iniezione
– sensazione di stanchezza (affaticamento) o sensazione di malessere generale
– brividi o sensazione di febbre
– mal di testa
– sensazione di malessere (nausea)
– dolore alle articolazioni o dolore muscolare
Comuni (possono interessare fino a 1 persona su 10)
– gonfiore o arrossamento nel punto in cui viene praticata l’iniezione
– febbre (>38 °C)
– malessere (vomito) o diarrea
– bassi livelli di piastrine nel sangue
Non comuni (possono interessare fino a 1 persona su 100)
– sonnolenza o sensazione di vertigini
– diminuzione dell’appetito
– ingrossamento dei linfonodi
– sudorazione eccessiva, prurito o eruzione cutanea
Molto rari (possono interessare fino a 1 persona su 10.000)
– coaguli di sangue spesso in siti insoliti (ad es. cervello, intestino, fegato, milza), associati a bassi livelli di piastrine nel sangue”.