Nemmeno il tempo, con ‘grandissima disinvoltura’ di gelare l’Europa assicurandone la ‘sicurezza’ (relativa), ed ecco che già oggi il Prac (il comitato di farmacovigilanza dell’Ema), deve tornare ad ‘indagare’ su AstraZeneca.
A quanto pare infatti, come non fossero bastati i ‘pur rari’ casi di trombosi denunciati, ora gli esperti dell’ente regolatorio europeo sarebbero stati allertati, e per questo hanno “avviato una revisione per valutare”, alcune “segnalazioni” relative ad una patologia conosciuta come ‘sindrome da perdita capillare’.
Al momento, fan sapere dall’Ema, nello ‘schedario’ dell’EudraVigilance sono stati registrati “5 casi di questo disturbo molto raro, caratterizzato da fuoriuscita di fluido dai vasi sanguigni, che causa gonfiore dei tessuti e calo della pressione sanguigna”. Anche in questo caso, ri-commentano, “non è ancora chiaro se esista un’associazione causale tra la vaccinazione e le segnalazioni di sindrome da perdita capillare (capillary leak syndrome). Questi rapporti indicano un ‘segnale di sicurezza’, cioè un’informazione su eventi avversi nuovi o modificati che possono essere potenzialmente associati a un medicinale e che richiedono ulteriori indagini”.
Dunque come dicevamo, per la seconda volta (ed una ‘nuova’ reazione), ora il Prac dovrà riunirsi per valutare se si tratta di ‘una relazione causale’ alla quale, in caso positivo, andrebbe affrontata un’azione normativa per ridurne al minimo il rischio. Per dirla tutta: l’ennesima possibilità di ‘evento avverso’ da inserire nel ‘bugiardino’, accanto agli altri fin qui evidenziati.
Non a caso, tornando alla prima revisione, relativa alle “rari casi di trombosi” (associate alle piastrine basse dopo l’inoculazione della prima dose del vaccino), il Prac “considerate tutte le evidenze attualmente disponibili, compreso il parere di un gruppo di esperti ad hoc”, ha affermato che questi episodi “dovrebbero essere elencati come effetti collaterali molto rari di Vaxzevria”. Infatti l’agenzia europea del farmaco ha invitato sia gli operatori sanitari, che le persone da vaccinare, ad essere “consapevoli della possibilità che la formazione di coaguli di sangue, combinata con bassi livelli di piastrine, si verifichi molto raramente entro 2 settimane dalla vaccinazione”.
Max