Nel Lazio, dove si ha la sensazione che sia il governatore Zingaretti, che l’assessore alla Salute (Alessio D’Amato), siano come obnubilati dai ‘numeri’, la campagna vaccinale ha assunto i toni e le modalità di una ‘catena di montaggio’: tutti in fila e via. Qui ogni perplessità espressa dai genitori in merito alla sicurezza del vaccino AstraZeneca per i giovani, viene puntualmente stoppata dal fatto che il ministero della Salute ne garantisce sia la sicurezza che l’efficacia. Già, benché inizialmente ‘raccomandato’ agli over 60, questo vaccino è stato poi ‘misteriosamente’ riabilitato, al punto tale da essere inoculato soprattutto ai giovani.
Gli ‘Open Day’ nel Lazio: AstraZeneca per i giovani, e per chi prende la pillola ‘non c’è problema’
Così, come è capitato ad alcune nostre giovanissimi lettrici, pur avendo avvisato i medici dei vari hub di fare uso di pillole anticoncezionali (nell’ambito dei famosi ‘Open day’), questi ultimi hanno puntualmente dissipato i dubbi espressi affermando – alla romana – che ‘non c’è problema’. E dunque, i devastanti mal di testa spesso seguiti all’inoculazione di AstraZeneca erano da considerare come una ‘normale conseguenza’.
Poi però domenica a Genova è accaduto l’irreparabile, con una 18enne ricoverata d’urgenza per una trombosi, ed ancora oggi in stretta osservazione.
Il presidente dell’Iss, e coordinatore del Cts, Locatelli: “Ora è necessaria una riflessione
Eppure, come dire, ‘il sentore che ‘qualcosa non sta andando come deve’ è nell’aria. Ed oggi il presidente del Consiglio superiore di sanità, e coordinatore del Cts, Franco Locatelli, avvicinato dai microfoni di Rainews24 ha ammesso che “E’ necessaria una riflessione” rispetto alla somministrazione dell’AstraZeneca ai giovani.
Locatelli: “AstraZeneca è già preferenzialmente raccomandato per i soggetti sopra i 60 anni di età”
Come dicevamo, le gravi condizioni in cui versa la 18enne ligure, ha ‘gelato’ tutti. Tanto è, ha spiegato Locatelli, che “in queste ore c’è un’attenzione suprema per cogliere tutti i segnali che possono allertare su eventuali effetti collaterali che portino a considerare dei cambiamenti di indicazione. Il vaccino di AstraZeneca è già preferenzialmente raccomandato per i soggetti sopra i 60 anni di età, perché il rapporto tra i benefici derivanti dalla vaccinazione ed eventuali rischi diventa incrementale con l’età e particolarmente favorevole sopra questa soglia”.
Locatelli: “Quello che si è verificato nella sfortunata ragazza di Genova, pone un’ulteriore riflessione”
Dunque, ha concluso il coordinatore del Cts, “Quello che si è verificato nella sfortunata ragazza di Genova, cui va tutta la mia attenzione e il mio affetto per quanto accaduto, pone un’ulteriore riflessione, anche alla luce del mutato contesto epidemiologico, in quanto la riduzione dei casi che abbiamo nel Paese rende anche più cogente tale riflessione”.
Bassetti: “Sul vaccino AstraZeneca serve una posizione chiara e definitiva di Aifa”
Una situazione sulla quale oggi è intervenuto anche il direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, il quale ha tenuto a rimarcare che “Sul vaccino AstraZeneca serve una posizione chiara e definitiva di Aifa”.
Bassetti: “Basta con il balletto delle comunicazioni che hanno cambiato le fasce d’età per questo vaccino”
“Basta con il balletto delle comunicazioni e delle raccomandazioni che hanno cambiato le fasce d’età per questo vaccino – ha aggiunto il noto infettivologo – con errori enormi di comunicazione dell’Agenzia del farmaco e del ministero della Salute. Non ha fatto bene a questo vaccino anti-Covid che i dati inglesi ci hanno sempre detto che funziona benissimo. Ora però, visto anche l’impatto di questi errori sull’opinione pubblica italiana, si decida da domani se il vaccino AstraZeneca non si deve più usare e ci si attrezzi per fare solo vaccini a mRna”.
Bassetti: “La strategia vaccinale punti su Pfizer, Moderna e poi su CureVac”
Eventualmente, suggerisce Bassetti, “La strategia vaccinale punti su Pfizer, Moderna e poi su CureVac. Ma deve essere una scelta politica. L’opinione pubblica è inferocita sul vaccino AstraZeneca, le istituzioni non possono lasciare da soli i medici e le Regioni a difenderli“.
Il Prof. Galli: “Si valuti se continuare con AstraZeneca. Se non è così, si tolga in certe fasce d’età”
Molto più ‘pratico’ invece il professor Massimo Galli dell’ospedale Sacco di Milano, secondo il quale è ora che “Si valuti se è necessario andare avanti con il vaccino AstraZeneca. Se non è così, si tolga in certe fasce d’età”.
Galli: “Se questo si può ottenere con gli altri vaccini, farei a meno di darlo almeno alle giovani donne”
“Quanto è ancora indispensabile AstraZeneca per finire di mettere in sicurezza la popolazione?”, domanda giustamente l’esperto medico, “Non so, e non possono sapere con chiarezza, se i quantitativi previsti di questo vaccino sono indispensabili per chiudere l’operazione di vaccinazione, e ridurre la circolazione del virus. Se questo si può ottenere con gli altri vaccini, farei a meno di dare AstraZeneca almeno alle giovani donne”.
Galli: “Troppi patemi, a questo punto è anche una questione di qualità di vita e serenità delle persone”
Come poi aggiunge il responsabile di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, “In ogni caso il vaccino si è attirato troppi patemi, a questo punto è anche una questione di qualità di vita e serenità delle persone. Si valuti se è necessario andare avanti con questo vaccino. Se non è così, si tolga in certe fasce d’età”.
Galli: “Vaccini ai bambini? La variante inglese li infetta, i numeri dimostrano un aumento”
Altro tema, la vaccinazione per gli scolari. “I diritti non sono in discussione”, tiene subito a precisare Galli, “ma non è vero che non esiste il problema dell’infezione tra i bambini. La variante inglese non rispetta i bambini e li infetta, i numeri dimostrano un aumento dei casi. Siamo di fronte ad una realtà dinamica. Sono felice all’idea che la scuola sia aperta in presenza a settembre, anche per la serenità delle famiglie e non solo per l’educazione dei bambini. Ma forse bisognerà avere ancora qualche precauzione per identificare in maniera precoce eventuali focolai”.
Galli: “I vaccinati è molto difficile che possano finire all’ospedale, in rianimazione o al cimitero”
Ad ogni modo, fortunatamente, la situazione sembrerebbe migliorare di giorno in giorno, ed infatti, afferma l’infettivologo, “Credo sia legittimo tirare il sospiro di sollievo. I vaccinati cominciano ad essere un numero consistente che non ci toglie più nessuno. E’ molto difficile che possano finire all’ospedale, in rianimazione o al cimitero. Questo è il grande vantaggio ottenuto con il vaccino”.
Aggiornamento ore 15.40
Genova, 34enne ricoverata con trombosi dopo vaccino AstraZeneca
Poco fa, sempre da Genova (dopo il caso della 18enne ricoverata la scorsa domenica), una 34enne di Savona vaccinata con la prima dose di AstraZeneca lo scorso 27 maggio, è stata ricoverata d’urgenza all’Ospedale Policlinico San Martino di Genova dove, spiega la direzione sanitaria attraverso una nota, “La paziente ricoverata ieri sera dopo essersi sentita male sul posto di lavoro, è stata sottoposta nel corso della notte a fibrinolisi di alcuni trombi presenti nella parte venosa del circolo epatico con buoni risultati. Attualmente la paziente è ricoverata in terapia intensiva in respiro spontaneo“.
Genova, la 34enne ricoverata a Genova dopo AstraZeneca è monitorata in terapia intensiva
Attualmente, spiega ancora la nota emessa dal Policlinico San Martino di Genova, “la donna è in terapia anticoagulante e verrà sottoposta a precauzionali indagini angiografiche del circolo cerebrale. Permanendo la situazione di basso livello ematico di piastrine nel sangue, la paziente necessita di monitoraggio presso la terapia intensiva”.
Sì, sarebbe forse il caso di prendere una ‘decisione definitiva’ circa luso di questo ‘benedetto’ vaccino che, non dimentichiamolo, molte Regioni ‘rifiutano di fare agli over 60’….
Max