Le ha tentate tutte il Governo per impedire il fallimento della trattativa per trovare un accordo sul piano industriale dell’Ast. Nonostante l’impegno e gli sforzi nella mediazione l’azienda questa mattina ha annunciato l’invio delle lettere di messa in mobilità per 550 dipendenti parte di un piano di risparmi da cento milioni di euro l’anno (compreso lo spegnimento di uno dei forni dello stabilimento) annunciato a luglio per “confermare- afferma l’Azienda- un ruolo di competitor a lungo termine sul mercato dell’acciaio inox”. La distanza fra le parti non si è mai accorciata. A nulla è valso il deciso intervento del presidente del Consiglio Matteo Renzi nei confronti dell’amministratore delegato dell’Ast Lucia Morsell che inizialmente, aveva evitato la rottura ottenendo un ulteriore rinvio della trattativa. Ieri pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico la strada è apparsa subito in salita.Il Governo è intervenuto oltreché con il ministro Guidi, con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, il vicemistro Claudio De Vincenti e il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova tentando di far approvare una sua proposta di mediazione nella quale si prevedeva un cambio del piano industriale. Con meno esuberi, da 550 a 290, 110 milioni di investimento, lo spostamento spostamento a Terni della linea di laminazione di Torino, mobilità volontaria e incentivata e ricollocamento dei lavoratori.Una proposta considerata, però, insufficiente dai sindacati. L’incontro si è così concluso senza un accordo. Il Governo ha comunque chiesto all’azienda di evitare “atti unilaterali” .