Nei giorni post 18 Maggio, data vista un pò da tutti come una sorta di sliding doors tra un prima e un dopo, tra l’ibrido dell’alleggerimento da lockdown iniziato il 4 Maggio scorso e dunque poi proseguito fino allo scorso lunedì, quando hanno iniziato progressivamente ad aprire la maggior parte delle attività sia imprenditoriali che aperte al pubblico, si è avuta anche una ulteriore certezza. Quale?
Quella di aver detto addio alla famigerata autocertificazione e di aver avuto il via libera per incontrare anche gli amici, senza dover per forza ‘limitarci’ solo ai congiunti.
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Questo però, a quanto fatto trapelare, non significa fare assembramenti, o almeno non nelle vecchie modalità. Non ci si può affollare né nei luoghi pubblici nè privati. Niente feste, niente incontri di gruppo e via discorrendo.
Ma è proprio così? E cosa è, e come si definisce poi, un vero assembramento? Ecco il vero punto focale: quali sono, eventualmente gli assembramenti concessi? Come si inquadrano?E infine: : l’assembramento in casa e in luoghi privati si può fare oppure no?
Assembramento in casa e in luoghi privati: si può fare?
Dal 18 maggio sono cambiate le regole sugli assembramenti: il divieto vale solo per i luoghi pubblici e per quelli aperti al pubblico. Dunque se ne consegue che l’assembramento in casa e in luoghi privati si può fare? Proviamo a fare chiarezza.
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Il divieto di assembramenti prima era assoluto: il DPCM del 26 aprile vietava ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici e privati.
Dunque fino a una manciata di ore fa, andando a fare visita ad un congiunto andava rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro. Sentendo però l’ultima conferenza stampa di Giuseppe Conte, le cose sono cambiate da lunedì 18 maggio.
Nel parlare del nuovo DPCM, che tra le altre cose consente ogni tipo di spostamento all’interno delle Regioni senza la necessità di presentare un’autocertificazione, infatti, il premier ha parlato di divieto di assembramenti in soli luoghi pubblici.
Ma d’altronde è lo stesso Decreto Riaperture a limitare il divieto di assembramento ai soli luoghi pubblici. Nell’articolo 1, comma 8, del suddetto provvedimento, infatti, si legge che: “È vietato l’assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico”.
Queste parole di fatto sembrano togliere via i dubbi sul fatto che, benché con l’obbligo di indossare i dispositivi di sicurezza, gli assembramenti all’interno dei luoghi privati, come ad esempio nella propria abitazione siano consentiti.
Assembramento in casa e in luoghi privati si può fare davvero?
Nella conferenza stampa in cui Giuseppe Conte ha spiegato cosa si può fare e non fare a partire dal 18 maggio 2020 vi è stata chiarezza ad esempio sugli amici. Si potranno andare a trovare gli amici, ha detto il premier, ma “resta però il divieto di assembramento in luoghi pubblici”.
Pubblici, appunto. Ma per sapere se questo provvedimento permette di fatto le feste di compleanno o anche le cene con più amici è bene attendere nuovi chiarimenti che dovrebbero arrivare con la FAQ ministeriale.
Malgrado si possa evincere che dopotutto il divieto di assembramento sembra venir meno all’interno dei luoghi privati e della propria casa, è sempre consigliato indossare i dispositivi di sicurezza tipo mascherine oltre al mantenimento delle distanze di sicurezza.
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Luoghi privati e non aperti al pubblico: quali sono
In particolare vengono definiti luoghi pubblici quelli a cui si può entrare liberamente senza che vi sia alcuna limitazione per i cittadini. Si pensi a una piazza o ad un parco pubblico, così come alle spiagge libere.
Sono luoghi privati aperti al pubblico, invece, quelli che pur essendo di proprietà di un privato sono accessibili in alcune occasioni e momenti come ad esempio pagando un biglietto di ingresso, o attenendosi alle regole del gestore come i luoghi adibiti per spettacoli, cinema e teatri, ma anche bar e ristoranti.
Sono luoghi privati non aperti al pubblico, invece, le abitazioni e i locali di un’azienda. Ma in questo specifico caso l’assembramento non è comunque consentito visto che il datore di lavoro deve rispettare le regole previste per gli ambienti di lavoro..
Insomma, il divieto di assembramento sembra venir meno solo presso la propria abitazione, dove amici e parenti si potranno ritrovare senza violare alcuna delle norme previste per la gestione dell’emergenza da COVID-19.
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