Assange, accusa di stupro a rischio riapertura

Si riapre il caso per stupro contro Julian Assange. La procura svedese ha deciso di rivalutare la vicenda che vede coinvolto il fondatore di Wikileaks, risalente al 2010. Assange, che attualmente è in carcere a Londra, potrebbe quindi andare davanti alla giustizia per le accuse di stupro prima che il caso vada in prescrizione, un’eventualità ormai vicina (è prevista per agosto 2020). “Oggi ho deciso di riaprire le indagini… C’è ancora una probabile causa per il sospetto che Assange abbia commesso uno stupro”, ha detto alla stampa il vicedirettore dei pubblici ministeri, Eva-Marie Persson. “La precedente decisione di chiudere l’inchiesta non era basata sulle difficoltà legate alle prove, ma sulle difficoltà che bloccavano l’indagine”.

Assange, per lui l’accusa di stupro soltanto un pretesto

Il padre di Wikileaks Assange era da tempo protetto dall’ambasciata dello Stato di Ecuador a Londra. Dopo sette anni in cui è riuscito ad evitare l’estradizione in Svezia, l’11 aprile è scattato per lui l’arresto, una volta che lo Stato di Ecuador gli ha tolto l’immunità. Il primo maggio è arrivata, dal tribunale di Londra, la condanna a 50 settimane di carcere per aver trasgredito la legge britannica. “Ora che ha lasciato l’ambasciata dell’Ecuador, le condizioni del caso sono cambiate, e sono dell’idea che le condizioni siano ancora in vigore per portare avanti il caso”, ha asserito il procuratore. Secondo la versione di Assange, le accuse provenienti dalla Svezia sono soltanto un espediente per permettere il suo trasferimento negli Stati Uniti: oltreoceano il fondatore di Wikileaks dovrebbe rispondere dell’accusa di aver pubblicato sul suo portale milioni di documenti secretati.