Con alle spalle un Consiglio dei ministri a tratti anche burrascoso (ma la posta in gioco era davvero alta), oggi attraverso la sua pagina Fb il premier ha voluto raccontare ciò che è accaduto: ”Nel Cdm di ieri è stata scritta una pagina inedita della nostra storia – conclude Conte – L’interesse pubblico ha avuto il sopravvento rispetto a un grumo ben consolidato di interessi privati. È successo qualcosa di straordinario che dovrebbe essere semplicemente ordinario. Ha vinto lo Stato. Hanno vinto i cittadini. Avremo tariffe più eque e trasparenti, più efficienza, più controlli, più sicurezza. Ha vinto, infine, il rispetto della memoria delle 43 vittime del crollo del Ponte Morandi”.
Conte: “Non facciamo processi ma vigiliamo sulle responsabilità”
Tuttavia, tiene a precisare ancora Conte, ”Non spetta al Governo accertare le responsabilità penali per il crollo del Ponte Morandi. Questo è compito della magistratura e confidiamo che presto si completino questi accertamenti in modo da rendere giustizia a tutte le vittime di questa tragedia. Il compito del Governo è contestare le gravi violazioni contrattuali e la cattiva gestione di cui si è resa responsabile Aspi e impedire che i privati possano continuare ad avvantaggiarsi di una concessione totalmente squilibrata a loro favore sia dal punto di vista giuridico sia dal punto di vista economico”.
Conte: “Ecco quanto deciso ieri su Aspi nel Cdm”
Dunque, riassume ancora il presidente del Consiglio con giusto orgoglio, “Dopo un negoziato durissimo, il risultato è:
- L’estromissione della famiglia Benetton – I Benetton hanno accettato di cedere la loro partecipazione in Aspi e quindi la gestione della infrastruttura (attraverso due percorsi societari alternativi).
- Autostrade per l’Italia (Aspi) diventa una public company – Avrà comunque un socio pubblico di riferimento e sarà aperta a nuovi investitori istituzionali.
- Risarcimento Danni – Hanno accettato di corrispondere un cospicuo risarcimento danni (3,4 miliardi)”.
- Disciplina dell’inadempimento – Hanno rinunciato alla clausola di assoluto privilegio che gli attribuiva il diritto di ottenere i mancati guadagni per tutta la durata della concessione (circa 23 miliardi) pur in caso di scioglimento del contratto per gravissimo inadempimento (come nel caso del crollo del Ponte Morandi).
- Nessun spazio a negligenza, incuria e manutenzione approssimativa – Anzi, maggiori investimenti in manutenzione e sicurezza. La sicurezza dei cittadini non è revocabile. Puntiamo ad un rafforzamento del sistema dei controlli e all’aumento delle sanzioni anche in caso di lievi violazioni. Nessuno resterà impunito.
- Tutela del lavoro – La partita su Aspi non poteva essere giocata sulla pelle di famiglie. L’intervento dello Stato tutela i posti di lavoro e in una prospettiva di lungo periodo offre anzi una visione occupazionale di ampia portata.
- Moderazione del sistema tariffario – Nostri i pedaggi, loro i profitti? Non più. Hanno accettato di riformulare il piano tariffario secondo le nuove indicazioni dell’autorità regolatoria (ART) e hanno accettato di riportare in equilibrio economico e giuridico la convenzione che appariva totalmente squilibrata a favore di Aspi, cosa questa che è all’origine delle difficoltà di questo negoziato.
- Hanno accettato di rinunciare e abbandonare tutte le cause contro il concedente – Tutto questo andrà tradotto nei prossimi giorni in un accordo chiaro e trasparente. Questa è l’unica strada che potrà impedire la revoca della concessione”.
Conte: “Il Governo ha affermato un principio, in passato calpestato”
Infine, chiudendo, il premier sottolinea ancora una volta che ”Ieri è successo qualcosa di assolutamente inedito nella storia politica italiana. Il Governo ha affermato un principio, in passato calpestato: le infrastrutture pubbliche sono un bene pubblico prezioso, che deve essere gestito in modo responsabile, garantendo la piena sicurezza dei cittadini e un servizio efficiente”.
Max