Tradotto in cifre: un conto annuo, in media, più alto di circa 250 euro per ogni famiglia. Mandare i propri figli all’asilo nido dal prossimo anno scolastico costerà di più. A settembre, infatti, entreranno in vigore le nuove tariffe per i servizi pubblici a domanda individuale stabilite dall’assemblea capitolina con una delibera approvata a fine luglio. E si tratta solo del primo adeguamento all’insù dei costi. Nel 2015 e nel 2016 iscrivere un bimbo in un asilo nido comunale comporterà progressivamente una spesa maggiore: in media un terzo in più rispetto a quella richiesta fino ad oggi”. “Dal 2014/2015, come in passato, la retta per ogni alunno sarà fissata in base alla situazione economica della famiglia: il prezzo mensile dipenderà sempre dalla fascia Isee di appartenenza. Ma sarà più alto per tutti e in proporzione pagherà di più chi ha redditi più alti. Chi ha un Isee fino a 10mila euro vedrà crescere la sua fattura mensile del 6,7 per cento. Dai 15mila ai 30mila euro l’incremento sarà dell’11 per cento. Dai 40mila euro e oltre l’aumento si attesterà sul +15,5 per cento – si legge nell’articolo – Ecco qualche esempio pratico. Prendiamo in esame il caso di una famiglia il cui figlio frequenta un nido dalle 8 alle 16.30. Con un Isee fino a 5mila euro fino all’anno scorso il prezzo era di 34,6 euro al mese: da quest’anno si sborseranno 36,91 euro. Con un indicatore di reddito a 10mila euro la retta sale da 73,08 euro mensili a 77,95; con 15mila si passa da 111,55 a 123,93 euro; con 20mila da 146,16 a 162,38; con 30mila da 222,85 a 247,59; con 40mila da 295,93 a 342. L’aumento annuo minimo è pari dunque a 23 euro, quello massimo di 460. La nuova disciplina prevede comunque degli sconti. Tre i casi contemplati. Chi ha due figli che vanno al nido avrà una riduzione del 30 per cento sul totale delle quote dovute. A partire dal terzo figlio che frequenta una struttura comunale i nuclei familiari con Isee fino a 10mila euro sono esentati, quelli che superano questa soglia di reddito avranno uno sconto di un terzo sul totale del dovuto. Resta infine l’esenzione totale prevista anche oggi per gli utenti che provengono da famiglie assistite dai servizi sociali. La revisione all’insù delle tariffe degli asili va di pari passo con quanto previsto nel piano di rientro del Campidoglio. In tempi di spending review, l’amministrazione capitolina prevede alla voce ’Istruzione e asili’ un risparmio di quasi 8 milioni nel triennio 2014-2016 sulla spesa corrente. Per quanto riguarda gli asili nido, sebbene il piano non incorpori risparmi sul bilancio, sono previsti interventi di ristrutturazione della spesa in grado di ridurre gli oneri correnti per 10 milioni l’anno che sono destinati ad essere reinvestiti per incrementare l’offerta di posti e migliorare la qualità del servizio. Detto questo, le previsioni per il futuro per le famiglie non sono certo rosee. Negli anni scolastici 2015/2016 e 2016/2017, le tariffe dei nido sono destinate a schizzare sempre più in alto. Rispetto al 2013, nel 2015 si pagherà dal 13 al 30 per cento in più e nel 2016 dal 20 al 46 per cento”.