Non soltanto un ‘giocattolo’, ma l’alter ego ludico della donna nella nostra società, puntualmente ‘rappresentata’ nel corso dei numerosi mutamenti socio-culturali segnati dai tempi. Da sessanta anni infatti ‘barbie’, l’ormai mitica bambola ‘fashion’ ideata dalla Mattel, è la più attenta testimonial dell’evoluzione sia ‘stilistica’ che culturale delle donna, rappresentata in ogni sua peculiarità.
L’idea ha origini lontane e, guarda caso, è frutto di una donna! Accadde che la signora Ruth Handler, nel salotto della sua casa di Willow (nel Wisconsin), osservando la figlia Barbara giocare con semplici bambole di carta, dava loro ruoli da adulte. Il motivo era abbastanza semplice da intuire: in quegli anni le bambole replicavano soltanto neonati e bambine. Così l’attenta mamma confidò la sua intuizione al marito Elliot Millicent Roberts, co-fondatore della casa di giocattoli Mattel. L’uomo sulle prime non riuscì ad intravedere un motivo di successo realizzando una bambola adulta e non le diede peso. Tuttavia, quando venne a sapere che in Europa, in Germania, era stata realizzata una bambola raffigurante una donna, e che ‘funzionava’ benissimo, tornò sui suoi passi. Esposta la questione al fidato ingegnere Jack Ryan, diede così vita alla prima Barbie, diminuitivo che omaggiava appunto la filgioletta Barbara.
Così il 9 marzo del 1959, nei negozi fece la sua comparsa la bambola, inizialmente dai capelli scuri raccolti in una coda, con indosso un costume da bagno zebrato. Poco dopo, sull’onda delle star hollywoodiane – che ‘condizionavano’ la moda – Barbie divenne bionda. A dar ragione all’intuizione della signora Ruth Handler, basti pensare che appena giunta in Giappone, della bambola in un anno ne furono venduti ben 350mila scatole. La produzione poi esplose conquistando il mondo intero. Tuttavia nel marzo del 1974 Barbie subì un’innovazione geniale: un ingegnere San Francisco la resa snodabile, agevolando così i giochi delle bambine.
Come dicevamo, sempre attenta alle mode, e alle differenti culture (c’è praticamente una versione di Barbie per ogni popolo e razza della terra), Barbie ha anche ricalcato ciascun ruolo rappresentato dalla donna nella società. Dalla Mattel hanno infatti sempre prestato massima attenzione a non urtare il mercato scadendo nelle discriminazioni anzi, semmai hanno sempre ‘caldeggiato’ per le minoranze, trasformando subito all’occorrenza Barbie a favore di una causa (ad esempio c’è la ‘curvy‘).
Fra le numerose intuizioni volte ad incarnazioni quanto più possibile inclusive, nel 1990 la Mattel realizzò la Barbie sulla sedia a rotelle. Una bellissima intuizione che però non raccolse quanto sperato, perché soltanto dopo i costruttori si resero conto che le misure della bambola non coincidevano con quelle del mondo vissuto: la casa, l’auto, le scale, ecc.
Così, fatta esperienza di quel pasticcio involontario, in occasione dei sessanta anni di Barbie la Mattel ha deciso riprovarci “per onorare ogni tipo di donna”. Ed ecco la bellissima confezione con la Barbie di colore, e in sedia a rotelle.
A rendere vincente l’idea, la presenza all’interno della confezione, di una rampa (rosa), che aiuterà la bambola nell’abbattimento delle barriere architettoniche. Da oggi anche la Barbie sulla sedia a rotelle potrà quindi viversi agevolmente il suo mondo. Che poi è anche il nostro…
Max