“Approvata la legge sulla povertà. Un passo avanti pervenire incontro alle famiglie in difficoltà. Impegno sociale priorità del Governo”. Così, attraverso Twitter, il premier Paolo Gentiloni ha annunciato il via libera definitivo (con 138 sì, 71 no e 21 astenuti) del Senato al ddl per il contrasto della povertà che, in particolare, introduceva ilreddito di inclusione(Rei). Il Rei (reddito di inclusione), si propone di garantire sostegno economico in modo progressivo a tutte le famiglie che si trovano al di sotto della soglia di povertà assoluta, a partire ovviamente dai nuclei con bambini. Questo perché da stime, attualmente almeno 400mila unità, pari a un milione e 770mila individui, vivono questa disagevole situazione. Nella delega è inoltre previsto il riassetto di altre misure assistenziali, come la vecchia carta sociale per minori e l’assegno di disoccupazione Asdi, per ridistribuire le risorse a disposizione, allargando così il numero dei beneficiari. Il Rei andrà a sostituire il Sia(Sostegno per l’inclusione attiva9, che ammonta a 400 euro al mese – ma l’importo per il reddito di inclusione potrebbe aumentare – a favore delle famiglie in condizioni di fragilità sociale e disagio economico. Ciò che attesta una condizione di disagio economico è un Isee inferiore – o uguale – a 3mila euro, oltre all’assenza di altri trattamenti economici rilevanti. Ogni nucleo familiare riceverà mensilmente la somma necessaria a colmare la differenza tra la soglia di povertà e il proprio reddito disponibile. L’importo del ’bonus’ erogato verrà calcolato in base al numero dei componenti del nucleo familiare rispettando il principio guida del provvedimento: raggiungere un livello di vita “minimamente accettabile”.
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