“Ho visto il trailer e sono rimasto senza parole, io che quel mondo l’ho vissuto. E’ una comunicazione che sta cambiando, quella tra detenuto e poliziotto penitenziario. Il film racconta proprio l’umanità che esiste tra le due parti: un tempo se un detenuto parlava con l’agente penitenziario veniva considerato un traditore, a sua volta il poliziotto è anche psicologo per certi aspetti”. A commentare all’Adnkronos, non senza emozione, il film sul mondo carcerario “Ariaferma” di Leonardo di Costanzo è Ambrogio Crespi, il regista condannato a sei anni di reclusione per concorso in associazione di tipo mafioso e oggi libero dopo aver ricevuto la grazia parziale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“I miei complimenti al regista, riuscito a trasferire l’immagine più vera del carcere – continua – Difficile garantire la funzione educativa a una persona chiusa in gabbia h24, ancora più complicato che in un ambito di simile costrizione non si diventi ancora più cattivi. E, tuttavia, non mi stanco di lottare affinché il carcere sia educativo, non disumano. Io, nella mia condizione di recluso, ho trovato, ho toccato con mano quell’umanità che il film racconta perfettamente. Sono tutti uomini, i reclusi che dietro alle sbarre vivono e i poliziotti che ci lavorano. Diversi, eppure tanto simili. Il regista ha tirato fuori il vero dramma del carcere che quasi mai si riesce a trasferire nella realtà. Complimenti anche al Festival, per aver dato spazio a una pellicola come ‘Ariaferma’ che può essere davvero un qualcosa che può cambiare la sensibilità esterna”.
di Silvia Mancinelli