Stamani al Tribunale di Arezzo ha avuto luogo la nuova udienza sulla richiesta di rinvio a giudizio per venti indagati dalla Procura aretina in merito alla vecchia Banca Etruria. Alla sbarra, accusati (a vario titolo di bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice), ex amministratori, direttori generali dell’istituto di credito, componenti del collegio sindacale, e componenti del comitato crediti. E’ di 586 milioni il risarcimento danni, di cui 464 a carico degli ex amministratori, questa la richiesta complessiva del liquidatore di Banca Etruria Giuseppe Santoni. I dieci imputati per bancarotta fraudolenta, fra i venti per i quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio, spiccano i due ex presidenti Giuseppe Fornasari e Lorenzo Rosi, poi gli ex vicepresidenti Natalino Guerrini, Giovanni Inghirami e Alfredo Berni (accusato per reati nelle vsti di direttore generale, prima del 2008), quindi l’ex direttore generale Luca Bronchi e, infine altri ex consiglieri d’amministrazione. Tutti e 37 (tra cui anche gli eredi di due ex consiglieri deceduti) sono chiamati in causa come responsabili in solido della bancarotta di Banca Etruria. Tra gli obiettivi della causa civile c’è la possibilità di poter utilizzare il denaro proveniente dagli eventuali indennizzi per gli obbligazionisti subordinati.Non c’è Pierluigi Boschi, padre del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Maria Elena, tra gli indagati in questo filone. Per Boschi, ex vicepresidente di Banca Etruria nell’ultimo cda prima del commissariamento, l’unico capo d’accusa che lo riguarda è infatti quello relativo alla liquidazione dell’ex dg Bronchi (1,2 milioni di euro), dove lui e altri 13 ex consiglieri di amministrazione attendono il proscioglimento, e sarebbe infatti prossimo all’archiviazione. Come dicevamo, il liquidatore della vecchia Banca Etruria, Giuseppe Santoni, ha depositato al Tribunale civile di Arezzo la richiesta complessiva di danni che ammonta a 576 milioni, di cui 464 a carico degli ex amministratori della banca e 112 addebitati a Price Waterhouse, società di revisione incaricata di certificare il bilancio di Bpel. Inoltre il liquidatore ha anche richiesto la costituzione di parte civile nel procedimento per la bancarotta dell’istituto di credito aretino.
M.