Parole autorevoli, inviti alla calma e alla precauzione, indicazioni puntali e consapevoli – vista la professione e la vasta esperienza previa – e un messaggio di una chiarezza esemplare. In tema di Coronavirus prende la parola il noto medico di Ardea Mariano Amici ex sindaco del comune rutulo e personalità di spicco della comunità ardeatina in generale. E lo fa con la determinazione tipica di chi, da addetto ai lavori, è in grado di poter entrare nel merito della questione con cognizione di causa. Affermando: “Non facciamoci prendere dal panico.”
Perchè, in sintesi, l’obiettivo è che il coronavirus rappresenti “una brutta esperienza di cui fare tesoro.”. Numeri, chiarimenti, indicazioni: è in questo senso che si snocciola dal lungo comunicato che l’apprezzato medico di Ardea Mariano Amici diffonde, in queste ore, per accentuare la propria vicinanza, anche attraverso spiegazioni franche e chiare, alla popolazione del territorio.
Ardea, parla il dottor Mariano Amici: “Coronavirus: niente panico”
Il modo di approcciarsi al tema Covid 19 da parte del dottor Amici è di stampo professionale, accademico, pragmatico come è tipico tra chi è tra gli addetti ai lavori. “Gli esperti dicono: ‘Tra poco il 60-70% della popolazione sara’ positivo. Non facciamoci prendere dal panico“, ribadisce. “E’ vero, stiamo assistendo ad un incremento di casi di contagio rilevati. Sappiamo anche tutti, però, che questo virus è diffuso nella popolazione molto più rispetto a quello che stiamo vedendo. Tra poco – continua il dottor Amici – dicono gli esperti che ‘il 60-70% della popolazione sarà rilevato positivo‘. Ma non dobbiamo preoccuparci. Con dei numeri maggiori ci renderemo conto che questo virus è meno letale di quanto possiamo pensare adesso.”
Ciò che al dottor Amici preme chiarire, infatti, è che “questo virus nella gran parte dei casi, o è silente o ci dà sintomi simil influenzali, nel 90% dei casi. C’è un 10% di persone che ha bisogno di essere ricoverato in ospedale.”
Anche la categoria di persone che sembra essere, dati alla mano, più soggetta al contagio è un indicatore importante, secondo il dottor Amici, per avere un quadro più completo della situazione.
“Borrelli ci ha detto più volte che le fasce più toccate sono anziani con 1 o 4 patologie. Il virus dunque è stato un aggravante. Ad oggi i dati di morte diretta per Coronavirus sono molto scarsi, si parla di qualche unità”.
Sostanzialmente quel che il dottor Mariano Amici esprime, anche alla luce della sua vasta esperienza nel campo medico, sembra richiamare la posizione di tanti scienziati ed altri esperti del settore che chiedono di fare un distinguo tra coloro i quali sono deceduti ‘per’ e quelli che si sono spenti ‘con’ il coronavirus.
Ciò non significa, sempre secondo l’esperto medico di Ardea, che le fasce d’età più giovani debbano disinteressarsi al problema o ritenersi immune al contagio e ai rischi connessi al Covid 19.
Si sono registrati casi di giovani finiti in terapia intensiva nonostante l’età e l’assenza di patologie pregresse: “La medicina non è mai una scienza esatta, quindi non significa che non possano esserci casi di qualche giovane.”, afferma l’ex sindaco di Ardea Mariano Amici. “Dobbiamo però vedere la curva, dobbiamo parlare della maggior parte dei casi. Dobbiamo andare a vedere se ci sono altre malattie. Rimane comunque il fatto che l’età media dei deceduti è 81-83 anni, che i guariti sono quasi il doppio delle persone che vengono ricoverate in terapia intensiva”. Con questo non voglio dire che la situazione sia rosea. Giuste tutte le precauzioni che vengono prese.”