È da poco uscito il romanzo “Chiaroscuro” di Silvia Matricardi e lo abbiamo letto per voi.
Genere: fantasy – fantascienza – thriller – horror – gotico
Giovanissime ragazze torturate e uccise, e sui loro corpi straziati compare, marchiato a fuoco, il nome di Erzsébet Báthory, la più efferata serial killer della storia.
I sospetti ricadono su Rako, celeberrima artista gotica multimediale, considerata la reincarnazione della famigerata contessa sanguinaria e autrice di opere d’arte che anticipano con impossibile precisione i delitti.
Sarà Chiaro, enigmatico albergatore e complesso personaggio in bilico fra più mondi, a risolvere il mistero della contessa rediviva.
Un giallo con note gotiche ambientato ad Ardea, in un lontano futuro, con incursioni nella Transilvania della fine del XVI secolo.
La storia inizia con un doppio flash back: gli inquietanti giochi di sangue di una bambina che lascia il lettore con la pelle d’oca ed una serie di esilaranti prescrizioni mediche raccomandate dai dotti del 1565 al conte Báthory, al fine di curare la figlioletta dall’oscura maledizione di famiglia. Dopo questa doppia e contrastante apertura, parte la narrazione vera e propria, con un mistero paranormale che irrompe in una camera da letto, dove il protagonista maschile è impegnato in un bollente menage à trois.
Chi ha letto gli altri romanzi dell’autrice, autoconclusivi ma interconnessi, conosce già Chiaro, il personaggio in bilico tra più mondi che in questo romanzo è l’elemento chiave intorno a cui la trama si costruisce e si snoda. Protagonista femminile è invece Rako, ricchissima star dell’arte multimediale, idolo dell’ambiente gotico e super-sospettata per la serie di rapimenti e omicidi che ricalca il modus operandi della contessa Báthory. Molti gli indizi contro di lei: ha un passato oscuro e instabile, è discendente diretta della spietata nobildonna, viene proclamata come la sua reincarnazione vivente, e soprattutto, nelle sue opere d’arte, anticipa con assoluta precisione i delitti del serial killer, rappresentando dettagli che solo l’autore degli omicidi può conoscere.
Non è la prima volta che l’autrice sperimenta l’ibridazione di generi e stili nella stessa opera, con esiti inconsueti, innovativi e molto godibili.
In questo romanzo, al quale è veramente difficile attribuire un’etichetta di genere, troviamo vari elementi tipici, appunto, di più filoni narrativi.
C’è la tensione di un thriller, con lo spietato serial killer da scoprire e fermare; ci sono le indagini di un poliziesco, con la squadra speciale degli inquirenti ed i suoi sforzi per smascherare il colpevole; ci sono note paranormali, horror e gotiche; c’è una componente storica, ambientata nella travagliata Transilvania del XVI secolo, quando visse la contessa Báthory, protagonista delle più sanguinose leggende giunte fino a noi; c’è perfino un tocco di fantascienza, perché gli eventi della trama principale accadono ad Ardea in un lontano futuro e perché sono presenti personaggi non del tutto umani; non manca, infine, anche un pizzico di storia d’amore.
Il romanzo ha una forte coerenza narrativa, immagini molto vivide, un ritmo serrato e numerosi colpi di scena. I personaggi sono caratterizzati e credibili, la lettura è scorrevole, appassionante e piacevole.