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Architetta, soldata, ecc.: la Treccani ‘si arrende’, e vara il nuovo ‘Dizionario della lingua italiana’

Premessa l’educazione, di suo storicamente rara nel Paese, con l’avvento della cosiddetta ‘rivoluzione digitale’, e l’avvento dei social, la prima vittima a cadere è stato il buongusto, e di conseguenza la moda. Oggi basta infatti assistere alla ‘comica’ passerella di un qualsiasi matrimonio per veder sfilare il ‘pacchiano’ di turno, stretto in una camicetta ultra-slim, con pantalone alla ‘zompafosso’ (orlo sopra la caviglia), e le scarpe senza calzini. O, peggio, le tristi ‘mise’ di madri e figlie – quando non ‘plastificate’ – generose non solo di particolari anatomici in bella vista ma, letteralmente coperte da orrendi tatuaggi e percing.

La lingua cambia: la storica Treccani, è stata costretta ad adattarsi al nuovo ‘trend’ lessicale e ‘politico’

Ora, ciò che preoccupa maggiormente, è la pubblica resa della lingua italiana che, sull’onda dell’ipocrita ‘politica anti-disciminatoria’, complici i media, è stata via via ‘storpiata’, sdoganando così declinazioni (anche ‘cacofonicamente’) a dir poco improbabili. Così, obtorto collo, anche un’istituzione come la storica Treccani, è stata costretta ad adattarsi al nuovo ‘trend’. Lo testimonia il varo del nuovo ‘Dizionario della lingua italiana’ dove, ‘non facendo torto a nessuno’, nomi ed aggettivi presentano anche le forme femminili. Ecco quindi l’assessora,  l’architetta, la notaia, la medica, la soldata, o la chirurga.

La lingua cambia: inseriti anche termini ‘anglofoni’  e tecnici di uso comune come lockdown, smart-working, dad…

Certo, obietterà giustamente qualcuno, come tutte le cose anche la lingua cambia (altrimenti parleremmo ancora l’italiano del suo ‘papà’, Dante Alighieri) e poi, oggi guai a non coltivare l’inclusività e la parità di genere, così come quei vocaboli anglofoni e tecnici ormai di ‘uso comune’ come lockdown, smart-working, dad, rider, termoscanner, ma anche terrapiattismo o transfobia.

La lingua cambia, la Treccani: “Un progetto ambizioso e rivoluzionario, nel quale tradizione e progresso si fondono”

Come spiegano dalla Treccani, presentando questa storica novità, si tratta di “un progetto ambizioso e rivoluzionario, nel quale tradizione e progresso si fondono per testimoniare i cambiamenti socio-culturali del nostro Paese e riconoscere – validandole – nuove sfumature, definizioni e accezioni in grado di rappresentare e raccontare al meglio la realtà e l’attualità, attraverso le parole che utilizziamo per viverla e descriverla“.

La lingua cambia: “Indicate le parole ed i modi di dire che possono essere lesivi della dignità di ogni persona”

Inoltre, per eliminare anche gli stereotipi di genere, Treccani propone “nuovi esempi di utilizzo e contestualizzazione ed evidenzia il carattere offensivo di tutte le parole e di tutti i modi di dire che possono essere lesivi della dignità di ogni persona”. Se l’evoluzione dei tempi questo comporta, che sia. Speriamo però, quanto prima, di non dover però leggere ancora storie di ‘femminicidi’, con la morte di ‘un’architetta’ o di una ‘soldata’…

Max

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Max Tamanti