“Raggiungere il numero sempre più ampio di bambini colpiti dalle crisi nel mondo, in particolare nei paesi che generalmente ricevono meno fondi, richiede non solo finanziamenti ulteriori ma anche più ‘flessibili. Il nostro impegno a fornire ai bambini supporto dai primi momenti dopo un disastro fino a quando possono tornare a vivere una vita normale richiede fondi che siano velocemente disponibili, per diversi anni, non legati a un paese o problematica in particolare. I fondi flessibili ci aiutano a salvare più vite e proteggere il futuro di più bambini“.
Un appello forte per un’emergenza prioritaria, per il quale ha scelto di spendersi lei in prima persona. Così Henrietta Fore, direttore generale Unicef, si è rivolta ‘al mondo’ per riuscire a ‘salvare il salvabile’: per il 2020 urgono ben 4,2 miliardi di dollari per salvare la vita a qualcosa come 59 milioni di bambini (59.000.000!), raggiungendoli con aiuti salvavita nei 64 paesi dove sono distribuiti.
“Oggi il numero di bambini che hanno bisogno di assistenza, da quando ne teniamo traccia, è il più grande di sempre: 1 su 4 vive in Paesi colpiti da conflitto o disastro – spiega ancora la Fore – Un numero ‘storico’ di bambini costretti a lasciare le proprie case necessita urgentemente di protezione e supporto. I conflitti restano le cause principali, oltre a fame, malattie infettive ed eventi meteorologici estremi legati al cambiamento climatico, che costringono altri milioni di persone a cercare aiuti salvavita”.
Numerosi e ciascuno importante il settore d’intervento (nella maggior parte dei casi ubicati nell’intero territorio africano), come ad esempio la malnutrizione acuta grave (che angustia 5,1 milioni di bambini); i vaccini contro il morbillo (8,5 milioni di bambini); accesso all’acqua potabile – nelle case e per l’igiene personale – (28,4 milioni); e, cos non da poco, salute mentale e psicosociale (per 4,5 milioni di bambini). Senza contare poi gli aspetti ‘sociali’ e culturali che spesso se non debitamente attenzionati scaturiscono inevitabilmente in situazioni invalidanti. Quindi prevenzione – o contenimento – dei rischi scaturiti dalle violenze (sia fisiche che psicologiche) che oggi toccano 1,4 milioni di bambini e donne; vitale anche l’istruzione formale e non formale, dove si evidenzia l’istruzione primaria per i bambini molto piccoli, per 10,2 milioni di bambini più grandi.
Max