Era la notte dello scorso San Silvestro quando, ignoti spararono diversi colpi di arma da fuoco contro la saracinesca di una tabaccheria del quartiere messinese Camaro. Come hanno poi spiegato gli inquirenti, sulle prime il fatto “pareva integrare gli estremi di un preciso segnale intimidatorio rivolto ai titolari dell’esercizio per un possibile intento estorsivo“. Ma indagando con grande impegno è invece venuto a galla un sistema molto più complesso, come “l’esistenza di un sistema di corruzione che coinvolgeva, a vario titolo, persone operanti sia nel settore pubblico che in quello privato”.
Un’indagine che a tre mesi di distanza, ha portato alla mega operazione eseguita la notte scorsa nella cittadina siciliana, che ha portato la Squadra Mobile ad eseguire ben 11 arresti. I reati che hanno motivato l’azione sono corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e fittizia intestazione di beni.
Funzionari pubblici ed un autista, le ‘mele marce’
Come purtroppo capita sempre più spesso, nella partita vi sono anche alcune ‘mele marce’, in particolare due alti funzionari pubblici – uno di Messina e l’altro di Trapani – i cui ‘inciuci’ sono state registrati dalle telecamere e dalle cimici che gli agenti avevano preventivamente posizionato.
Non solo, tra gli arrestati figura anche l’autista di un magistrato in servizio alla Direzione distrettuale antimafia di Messina, che senza problemi passava ‘dritte’ e notizie riservate agli imprenditori.
Complessivamente sono 14 le persone indagate, eseguito anche il sequestro preventivo del complesso di beni e utilità economiche di una società commerciale.
Come ha poi riferito il Procuratore capo di Messina, Maurizio de Lucia, uno degli imprenditori arrestati, in seguito ad un accordo con un funzionario del Genio Civile, ricompensava con duemila euro per ogni appalto vinto.
Max