(Adnkronos) – Un genitore su tre ha sostituito le favole della buonanotte con un’applicazione dello smartphone, uno su due usa il cellulare mentre allatta o dà la pappa al bimbo e 2 su 10 non gli cantano più la ninna nanna, affidando il compito a un assistente vocale. Sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca presentata oggi a Roma dall’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo (Di.Te). che svela come “lo smartphone è diventato un componente sempre più invasivo nella relazione tra genitori e figli, a partire dalla più tenera età”.
Nella fascia di età tra 0-4 anni il 64% dei genitori intrattiene i figli con dispositivi digitali durante il giorno. Inoltre, nella stessa fascia d’età, il 41% dei genitori riferisce di calmare il bambino con lo smartphone quando piange o è arrabbiato. “Quando un bambino piange o si arrabbia e gli viene dato uno schermo come soluzione, non gli stiamo insegnando a gestire la frustrazione”, afferma Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione Di.Te. “Questi sono momenti fondamentali nella formazione emotiva”.
“Sostituire momenti preziosi come la lettura delle favole o il canto delle ninna nanna con dispositivi elettronici – avverte – è una perdita inestimabile nel rapporto genitore-figlio. La relazione madre-figlio, già nei primi momenti dell’allattamento, ha un valore fondamentale nello sviluppo psico-emotivo del bambino”.
Tra i bambini di età compresa tra 4-9 anni, l’91% dei genitori utilizza dispositivi per intrattenere i figli durante il giorno, con il 46% che utilizza questi dispositivi durante i pasti e il 39% prima dell’ora di dormire. Mentre, il 97% dei ragazzi tra 9-14 anni ammette di utilizzare i device durante la giornata, di questi, oltre il 70% prima di addormentarsi e un preoccupante 57% preferisce rimanere connessa online piuttosto che uscire all’aria aperta.
Lavenia avverte delle pericolose conseguenze fisiche e psicologiche: “Esponendo i bambini così presto ai device digitali, mettiamo a rischio il loro equilibrio psico-fisico. Dal punto di vista fisico, si rischiano problemi di postura, disturbi visivi e del sonno. La luce blu dei dispositivi può anche influenzare negativamente i ritmi circadiani. Il messaggio è chiaro e urgente: è il momento di riflettere sul nostro rapporto con la tecnologia e considerare seriamente le sue implicazioni per la prossima generazione. La priorità dovrebbe essere instaurare connessioni umane profonde, dando ai nostri figli l’attenzione che meritano”.