Anzio e Nettuno in mano alle cosche? Le mani della ‘Ndrangheta sul litorale, tra presunti legami con la politica che spingerebbero il prefetto a valutare il commissariamento delle due amministrazioni.
Il litorale a sud di Roma terra di “colonizzazione” tramite infiltrazioni nella politica locale per metter mano al business dello smaltimento dei rifiuti. Un sistema illecito che emergerebbe dalla maxi indagine dei carabinieri e della Dda di Roma conclusa con l’arresto di 65 persone accusate anche di associazione a delinquere di stampo mafioso.
Matteo Piantedosi esamina la sussistenza dei presupposti per nominare una commissione ispettiva. Uno studio che durerà almeno tre mesi. Due differenti gruppi criminali emersi dalle indagini, e braccia delle ‘ndrine di Santa Cristina d’Aspromonte in provincia di Reggio Calabria e di Guardavalle di Catanzaro.
aggiornamento ore 8,11
Da anni, sfruttando il narcotraffico di solidi canali sudamericani, avrebbero immesso nel territorio di Anzio e Nettuno fiumi di cocaina: uno spaccio a larga scala i cui proventi sarebbero serviti per finanziare altre attività e per corrompere funzionari pubblici e carabinieri “amici”. Intrecci foschi, quelli politici.
Gli agenti, tramite perquisizioni di uffici e analisi di documenti comunali e intercettazioni telefoniche, avrebbero analizzato la contiguità tra gli uomini dei clan e gli amministratori locali in particolare in tre seggi ad Anzio del quartiere Falasche di Anzio: per le amministrative 2018 si sospetta che gli affiliati si siano spesi per l’elezione dell’attuale sindaco di Anzio Candido De Angelis.
aggiornamento ore 11.19
Sarebbero state captate conversazioni di eccezionale valore probatorio rivelatrici del sostegno offerto dalle famiglie calabresi. Ad elezioni superate, il gruppo sarebbe passato all’incasso pretendendo di aggiudicarsi le gare d’appalto pubbliche. Alle resistenze del politico “ingrato”, il boss in una intercettazione avrebbe assicurato al figlio di esser pronto a fare “un macello”.
De Angelis (non indagato), imprenditore ittico, eletto sindaco del comune di Anzio il 10 giugno 2018, ha detto la sua: “Confidiamo nel lavoro della magistratura, nell’assoluta consapevolezza di aver sempre esercitato liberamente il mandato elettorale. L’amministrazione comunale è serena rispetto alla correttezza del proprio operato.”
Gli stessi clan sarebbero stati interessati alle elezioni di Nettuno del 2019, con gli indagati attivi, parrebbe, per convogliare i voti per uno dei consiglieri eletti nella lista del sindaco Alessandro Coppola, a sua volta non indagato. “Abbiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura”, dice. “La legalità è un principio sul quale questa amministrazione non transige.”
aggiornamento ore 15,39