(Adnkronos) – “Il nostro servizio Pronto Senior Salute è allo stremo e questo indica quanto sia in sofferenza anche il Servizio sanitario nazionale. Siamo convinti che nel 2023 sarà un vero calvario per i cittadini poter accedere alle prestazioni. Infatti, la carenza di oltre 25.000 medici e 63.000 infermieri non potrà aiutare la discesa delle liste d’attesa. Anzi, allungherà ulteriormente tempi e disagi”. Così Roberto Messina, presidente di Senior Italia FederAnziani commentando i dati di un anno di attività del servizio telefonico di supporto gratuito per i cittadini.
Nel corso dell’intero 2022 – si legge in una nota – sono arrivate al centralino di Pronto Senior Salute quasi 60.000 chiamate. Si tratta del punto d’ascolto (che risponde al numero 06.62274404) attivato oltre un anno fa da Senior Italia FederAnziani ed è un supporto, gratuito per i cittadini, per ottenere il rispetto da parte dei servizi sanitari regionali dei tempi indicati dai medici all’interno delle prescrizioni per visite specialistiche, esami diagnostici ed eventuali ricoveri troppo spesso ignorati al momento dell’assegnazione degli appuntamenti.
L’Osservatorio Gimbe del 2019, 2020 e 2021 – prosegue la nota – ha riscontrato una diminuzione complessiva delle prestazioni per oltre 144 milioni e per il 90,2% nelle strutture pubbliche. I dati Agenas confermano una diminuzione del 40% delle attività di screening, infine oltre l’11% della popolazione ha rinunciato a visite ed esami diagnostici o specialistici per problemi economici. Pronto Senior di FederAnziani è riuscita per lo meno ad aiutare 60.000 over 65.
Nello specifico le chiamate maggiori sono state per visite specialistiche oculistica (18,40%), cardiologica (11,85%), pneumologica (8,42%) e per gli esami diagnostici quali risonanza magnetica ( 23,90%), ecografia (19,85%) e Tac (14,11%).
“A questo si aggiunge – rimarca Messina – che la diminuzione degli screening, specialmente in ambito oncologico, porterà a una emersione di patologie oncologiche, ad una stadiazione maggiore, a costi raddoppiati se non triplicati e a una diminuzione dell’aspettativa di vita”. E ancora: “siamo sbalorditi dalla diminuzione degli interventi per le fratture femorali secondo i tempi stabiliti e soprattutto la non immediata riabilitazione del paziente che, come la letteratura insegna, se non fatta secondo le linee guida porta nell’arco dei dodici mesi al decesso del paziente”. Infine, “ancora sono sopra un milione i cittadini che attendono di essere sottoposti ad intervento di cataratta e visite specialistiche oculistiche”, conclude.